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Cambio di destinazione d’uso, pratiche e costi

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Il cambio di destinazione d’uso consiste in una procedura amministrativa che permette di modificare l’uso originario a cui era destinato l’immobile.

Nella maggior parte dei casi si richiede il cambio d’uso dell’immobile quando da abitazione lo si vuole destinare ad ufficio, oppure a locale commerciale, ma può essere chiesto il cambio destinazione d’uso di una cantina, di un garage o di altre pertinenze dell’abitazione.

Il cambio può essere eseguito con opere, nel caso in cui vengono effettuati interventi per ristrutturare casa, oppure senza opere, nel caso non vi siano interventi edilizi ad accompagnarlo. Qualunque sia la scelta e la destinazione d’uso che si intende fare dell’immobile, bisogna sbrigare delle pratiche e sostenere dei costi.

Pratiche e costi da sostenere per il cambio di destinazione d’uso

Ancor prima di iniziare le pratiche, bisogna verificare se nel Piano urbanistico comunale dove ha sede l’immobile è previsto il cambio di destinazione d’uso. Scopriamo di più su cosa serve e sui costi attraverso le seguenti tematiche:

Quali sono le destinazioni d’uso

Le categorie in cui si possono suddividere le destinazioni d’uso di un immobile vengono definite come segue:

  • Residenziale, comprende edifici di civile abitazione di qualsiasi genere
  • Industriale e artigianale, include immobili destinati alle funzioni produttive
  • Commerciale, include gli immobili destinati alla vendita
  • Turistico ricettiva, indica le strutture destinate all’accoglienza di persone come alberghi, ostelli, campeggi, case vacanze e Bed&Breakfast
  • Direzionale e di servizio, include attività che non sono né di produzione, né di servizio diretto alle persone
  • Rurale – indica le strutture destinate a funzioni agricole

Quale pratica edilizia occorre

Quando si intende effettuare il cambio di destinazione d’uso, sia che vengano eseguiti interventi di entità modesta o senza opere, occorre il Permesso di Costruire, poiché l’organismo edilizio, alla fine dell’intervento, risulta diverso da come era prima.

Dunque, è corretto affermare che quando il cambio di destinazione d’uso ricade in ristrutturazione interni volti a modificarne lo scopo, bisogna presentare al comune un Permesso a costruire.

Come effettuare il cambio di destinazione d’uso

Per cominciare, bisogna contattare un tecnico abilitato che provveda ad inoltrare la richiesta di autorizzazione al Comune. Poiché, come detto in precedenza, la trasformazione d’uso dell’immobile è considerata attività edilizia che necessita del permesso di costruire, le variazioni devono poi essere dichiarate in catasto.

Il proprietario dell’immobile deve dichiarare le variazioni presentando all’Agenzia delle Entrate un atto di aggiornamento redatto da un professionista tecnico abilitato, che può essere un architetto, un geometra oppure un ingegnere.

Per quanto riguarda le unità immobiliari già censite, ci sono trenta giorni di tempo per presentare le dichiarazioni al catasto, decorrenti dalla data in cui sono state completate le variazioni.

Quali sono i costi di un cambio di destinazione d’uso

Nei costi da sostenere per il cambio di destinazione d’uso rientrano: la parcella del professionista scelto per il disbrigo della pratica, che includono pratica catastale, certificazioni energetiche, l’APE, documenti sulla regolarità degli impianti, l’attestazione di agibilità dell’immobile.

E’ consigliabile chiedere prima un preventivo per la ristrutturazione della casa, visto che il professionista dovrà occuparsi anche della direzione del cantiere e di coordinare gli interventi di ristrutturazione.

Invece, per quanto riguarda le spese urbanistiche per la presentazione della pratica catastale, si tratta di costi fissi che differiscono da comune a comune e in base alla pratica richiesta.
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Giusy Pirosa

Sicula doc anche se nata a Berlino, blogger affermata, estremamente curiosa, appassionata sin da ragazzina di scrittura e tecnologia, praticamente il mio pane quotidiano. Equilibrio sopra ogni cosa, senza pregiudizi e non temo i giudizi altrui.

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