Al Macef 2012 gli oggetti di Alessi che si illuminano

Al Macef 2012, il marchio Alessi ha stupito, tra l'altro, con in più quattro progetti in una direzione nuovissima: l’esplorazione di una zona confinante con quella nostra abituale del casalingo, cioè quella degli oggetti che illuminano

alessi lampada trimarchi

alessi lampada trimarchiAl Macef 2012, il marchio Alessi ha stupito, tra l’altro, con in più quattro progetti in una direzione nuovissima: l’esplorazione di una zona confinante con quella nostra abituale del casalingo, cioè quella degli oggetti che illuminano. ‘Sono convinto che questo nuovo territorio ci si confaccia e ho deciso di esplorarlo con una certa precisione, e per il momento affido alle vostre cure quattro bei progetti scelti tra i molti che abbiamo nel cassetto, rappresentativi di approcci quanto mai diversi tra loro e proprio per questo bene in sintonia con l’universo alessiano‘ dice Alberto Alessi.

Non è la prima incursione di Alessi nel mondo dell’illuminazione, già c’ era stato un bel tentativo col design di lampadine, ma questa volta il marchio sorprende con progetti innovativi e nomi del calibro di Mario Trimarchi, già noto al marchio Made in Italy.

Con la sua lampada, La stanza dello scirocco, e le altre tre che vi descriveremo in seguito si inaugura un nuovo capitolo tipologico: l’intento è di offrire atmosfere luminose gradevoli oltre che semplici luci, per trasformare poeticamente lo spazio oltre che star attenti alla funzionalità illuminotecnica.

Come ricorderete nella Stanza dello Scirocco si stava in compagnia a giocare a carte. Se malauguratamente si apriva la finestra, le carte volavano. Mentre le carte volavano, e poi quando si posavano a terra, si formavano ombre, luci e immagini evocatrici di fantastici oggetti e strane architetture‘ dice il designer.

Agli oggetti già in produzione che utilizzano questo alfabeto articolato su un modulo standard unico, la carta da gioco, si aggiunge ora una lampada, che racconta in modo efficace il rapporto tra luce e ombra che caratterizza il linguaggio della serie.

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Parole di Sergio Romeo