C’è chi lo vive come un incidente domestico qualunque e chi, al primo tintinnio di vetro in frantumi, sente già riecheggiare le parole “sette anni di sfortuna”. La rottura di un bicchiere, di una finestra o – peggio ancora – di uno specchio, è uno di quei piccoli eventi che sembrano innocui ma che nella cultura popolare hanno accumulato una quantità infinita di superstizioni. E in effetti, se ci si guarda indietro, il vetro rotto è stato caricato di simboli e paure in quasi ogni epoca e latitudine.
Non tutte le interpretazioni però vanno nella stessa direzione. Ci sono culture in cui rompere un bicchiere è di buon auspicio, altre in cui significa proteggersi dal male, altre ancora in cui si consiglia di non tenerne in casa nemmeno un frammento. Ecco perché, quando succede, ci troviamo sospesi tra il gesto istintivo di raccogliere i cocci e quello più irrazionale di chiederci “e adesso?”. Forse è per questo che il vetro, più di altri materiali, sembra avere il potere di raccontare qualcosa di noi e del momento che stiamo vivendo.
Specchi infranti e sette anni di sfortuna: da dove nasce la leggenda
Il fascino del vetro rotto è legato al fatto che, una volta infranto, non torna mai più com’era. Questa irreversibilità è diventata una metafora potente per raccontare rotture interiori, cambi di vita, fine di un’epoca. Non è un caso che in tante tradizioni si dica che un evento così segni una svolta, nel bene o nel male. Ci sono interpretazioni che parlano di ostacoli finalmente abbattuti e altre che, al contrario, vedono nei cocci il segnale di qualcosa di importante che si è spezzato. Forse entrambe le letture hanno un fondo di verità, perché dipende da dove si guarda e da cosa si stava vivendo prima di quel momento.
Molte culture associano al vetro rotto una funzione protettiva. È il principio del “rompere per allontanare” che troviamo nei matrimoni ebraici, dove il bicchiere frantumato segna un inizio e allontana la malasorte. All’opposto, l’idea dei famosi “sette anni di sfortuna” legati agli specchi affonda nelle credenze greche e romane, dove lo specchio rifletteva l’anima e romperlo significava danneggiarne una parte. Una convinzione talmente radicata che ancora oggi resiste, un po’ come quelle legate ad altri oggetti che, secondo molti, portano sfortuna in casa. Ne abbiamo parlato quando abbiamo esaminato gli oggetti che possono portare sfortuna in casa.
C’è poi il lato pratico della faccenda. Il vetro rotto non è solo superstizione: è materia, frammenti, riflessi. A qualcuno piace trasformarli in qualcos’altro, come nel caso di chi ha dato nuova vita a uno specchio rotto trasformandolo in una parete decorativa spettacolare o anche in tantissime altre idee di design.

Ma non tutti si sentono a proprio agio nel conservare in casa cocci e schegge. Molti preferiscono eliminarli rapidamente, magari accompagnando il gesto con un rituale di “purificazione” per allontanare la negatività dalla casa. In diverse tradizioni si bruciano erbe aromatiche, si apre bene la casa all’aria e si lava il pavimento con acqua e sale.
La rottura di un vetro può anche diventare un momento per fermarsi a riflettere. È un gesto accidentale che spesso accade quando siamo distratti o agitati. Non a caso in molte letture spirituali è interpretato come un invito a rallentare, a rimettere in ordine pensieri e priorità. A volte coincide con periodi in cui, inconsciamente, sappiamo di dover chiudere una fase e iniziarne un’altra. Non è detto che questo sia sempre facile, ma come per i cocci sul pavimento, il punto è scegliere cosa raccogliere e cosa lasciare andare.
In Giappone, rompere un bicchiere durante un pasto non è visto come un segno di sfortuna, anzi. Spesso viene interpretato come il modo in cui la negatività lascia la stanza, quasi un piccolo sacrificio in cambio di un’atmosfera più leggera. In Russia invece il gesto ha una connotazione mista. A un matrimonio, per esempio, rompere bicchieri è un augurio di prosperità e felicità per la coppia. Ma se succede in un contesto casuale, soprattutto a casa, c’è chi lo legge come un richiamo a prestare più attenzione ai legami familiari.

Nei Paesi del Mediterraneo il legame tra vetri rotti e superstizione è fortissimo. In Grecia è comune rompere piatti durante una festa, ma se si tratta di bicchieri o specchi, il discorso cambia e il significato diventa più serio. Si dice che i frammenti abbiano il potere di trattenere la cattiva energia, motivo per cui spesso vengono seppelliti o allontanati subito dalla casa. In Brasile, invece, rompere un bicchiere di vetro può essere considerato un segno di trasformazione imminente, un passaggio da una fase di vita a un’altra.
Ci sono poi culture in cui il gesto è legato a un rituale preciso. In alcune comunità ebraiche, il bicchiere infranto durante il matrimonio non è solo un augurio, ma anche un modo per ricordare che nella vita ci sarà sempre un po’ di fragilità. Un messaggio che non parla di sfortuna, ma di equilibrio.
Ed è interessante notare come, a distanza di secoli e con tradizioni diverse, il vetro rotto continui a essere molto più di un incidente domestico: diventa un simbolo capace di raccontare storie, legami e paure che si tramandano.