Questa legna sporca la canna fumaria danneggiandola: ecco quale non utilizzare nel camino e termocamino

La scelta del combustibile per il camino non è una questione da sottovalutare: non tutta la legna è ugualmente adatta per garantire una combustione sicura ed efficiente.

Alcuni tipi di legno possono infatti compromettere seriamente il funzionamento del sistema di riscaldamento, causando depositi pericolosi all’interno della canna fumaria. Questi accumuli non solo riducono le prestazioni del camino, ma rappresentano anche un serio rischio per l’incolumità domestica.

L’uso di combustibili inadeguati accelera inoltre la necessità di manutenzione straordinaria e può portare a costose riparazioni. Capire quali tipologie di legna evitare è fondamentale per preservare l’impianto nel tempo e garantire un riscaldamento ottimale.

La legna umida: il nemico numero uno della canna fumaria

Il principale responsabile dei danni alla canna fumaria è senza dubbio la legna non stagionata o troppo umida. Questo tipo di combustibile contiene una percentuale d’acqua che può superare il 50-60%, impedendo una corretta combustione e trasformando l’energia termica in vapore acqueo invece che in calore utile.

Una foto di legna tagliata da ardere
La legna umida: il nemico numero uno della canna fumaria – designmag.it

Durante la combustione, l’umidità evapora assorbendo gran parte dell’energia prodotta, generando temperature insufficienti per bruciare completamente i gas di scarico. Il risultato è una produzione massiccia di fumo denso e di particolato incombusto. Questi residui si depositano sulle pareti interne della canna fumaria sotto forma di fuliggine e creosoto, una sostanza catramosa estremamente infiammabile e difficile da rimuovere.

L’accumulo progressivo di creosoto riduce il diametro utile del condotto, compromettendo il tiraggio e aumentando il rischio di incendi della canna fumaria, eventi che possono propagarsi rapidamente all’intera abitazione. Per evitare questi pericoli, è indispensabile utilizzare esclusivamente legna stagionata per almeno 18-24 mesi, conservata in luoghi asciutti e ventilati. Prima dell’utilizzo, è consigliabile verificare il contenuto di umidità con un igrometro specifico: il valore ideale deve essere inferiore al 20%.

Legna trattata e resinosa: da evitare assolutamente

Oltre alla legna umida, esistono altre tipologie di combustibile che vanno categoricamente escluse dall’uso in camini e termocamini. Al primo posto troviamo la legna trattata chimicamente, che include materiali provenienti da mobili dismessi, pallet industriali, traversine ferroviarie o legname verniciato. Questi materiali, durante la combustione, rilasciano nell’ambiente domestico sostanze altamente tossiche come diossine, furani, formaldeide e metalli pesanti. Oltre al grave rischio per la salute di chi respira questi fumi, queste sostanze corrodono rapidamente le pareti della canna fumaria e del camino stesso, causando danni strutturali irreparabili.

Particolare attenzione merita anche la legna resinosa come pino, abete, larice e altre conifere. Sebbene non siano pericolose per la salute come quelle trattate, questi legni contengono elevate quantità di resina naturale che, durante la combustione, si trasforma in creosoto depositandosi abbondantemente nella canna fumaria. La combustione delle conifere è inoltre molto rapida e genera una fiamma vivace ma poco duratura, con produzione di scintille che possono essere pericolose. Se proprio si desidera utilizzare legna resinosa, è consigliabile mescolarla sempre con legni duri stagionati come faggio, quercia, frassino o carpino, che bruciano lentamente, producono più calore e generano molti meno residui.

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