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Categories: Stili di tendenza

L’antica arte giapponese del Kintsugi ci insegna a stare al mondo, ecco come si fa

Celebrare l’imperfezione e riparare il danno usando quanto di più prezioso ci sia, il kintsugi ci insegna che cos’è la vita e come si fa a resistere agli attacchi senza restare sotto alle macerie. Si può imparare da quest’arte giapponese come si riparano le ceramiche rotte usando lacca e oro ma anche come affrontare le asprezze dell’esistenza cercando di trasformare le cicatrici dell’anima (o fisiche) dovute ad avvenimenti dolorosi e traumi in segni preziosi che identificano la propria personalità.

Che cos’è il kintsugi, la filosofia e il significato

Questa tecnica tradizionale, che affonda le sue radici nel 1400 è strettamente connessa allo stile Wabi Sabi. La parola giapponese si compone dei termini kin che vuol dire oro e tsugi che vuol dire attaccare, unire, come significato di riparazione. Quella del kintsugi è un’antica arte giapponese che simboleggia un’importante filosofia di vita.

Che cos’è il kintsugi, la filosofia e il significato – designmag.it

Infatti, consiste nell’aggiustare gli oggetti di ceramica rotti, in particolare piatti e ciotole, utilizzando dell’oro per saldare le rotture e colmare le le crepe. In questo modo ogni oggetto diventa unico, con la lesione che prima lo aveva reso inservibile e danneggiato che viene quindi esaltata all’ennesima potenza con un materiale prezioso come l’oro, diventando essa stessa la nota che rende speciale il manufatto.

Se vogliamo trasferire la filosofia del kintsugi nel quotidiano vuol dire saper riparare al meglio le fratture e gli errori della vita, anche se si tratta di avvenimenti drammatici e dolorosi, sapendone fare tesoro e rendendo preziosa ogni esperienza, trasformando in bello ciò che non lo era.

Perché sta spopolando nell’interior design

Tutto ciò che è spezzato o spaccato ne acquista in bellezza grazie a questa tecnica ormai diffusissima e molto conosciuta in tutto il mondo, che pian piano si sta sempre più ricavando un posto d’onore tra le tendenze di interior design perché non solo celebra, a livello simbolico, un atteggiamento resiliente, ma consente anche di dare spazio al riciclo.

Perché sta spopolando nell’interior design – Love in Bloom Kintsugi – foto Seletti – designmag.it

E il riutilizzo di ogni cosa è fondamentale in questo nostro periodo storico perché è importante diminuire l’impronta ecologica producendo meno sprechi. In sostanza è un atto di consapevolezza ed ecosostenibilità, in linea con la tendenza a ricercare un arredamento sostenibile.

Contro la perfezione e lo spreco il kintsugi è la risposta degli appassionati di design contemporanei, che cercano accessori e dettagli sempre più particolari e unici per rendere la propria casa sempre più simile a se stessi.

Ecco dunque spiegato il successo di questa nuova tendenza, frutto di un processo molto complicato, laborioso e preciso, che però dona una nuova vita simbolica a tutto ciò che è crepato o rovinato.

Esistono brand che propongono collezioni di oggetti realizzati (o ispirati) in questa tecnica. We Are Nomads, che come propria filosofia ha la fusione di stili provenienti da tutto il mondo, ha una selezione di tazze e piatti “difettati”, tutti sui toni del verde e dell’acqua marina, colori di tendenza perfetti per fondersi con l’oro.

Anche la collezione Seletti dedicata al kintsugi risulta davvero cool e perfetta per le tavole dei più attenti alle ultime tendenze.

Come si fa il Kintsugi

Se invece volete cimentarvi voi in prima persona in questa arte, sia perché non volete eliminare ceramiche rotte sia perché siete appassionati di ultime tendenze, online è possibile acquistare kit completi e manuali che spiegano come fare. Qui vi diamo un rapido accenno.

Come si fa il Kintsugi – designmag.it

Secondo la tecnica tradizionale si raccolgono i frammenti di ceramica rotti, si puliscono con un pennello per togliere la polvere, si applica una lacca urushi come collante e stucco di finitura, spesso miscelata a farina di riso o tonoko.

A questo punto si lascia essiccare per un periodo variabile di diversi giorni, si carteggia delicatamente la superficie, si stende un’altra mano di lacca su cui si sparge polvere d’oro, si lascia quindi asciugare nuovamente per poi lucidare e rendere l’oggetto di nuovo bellissimo, con le sue crepe ora visibili e preziose.

Per approfondirne la storia potete leggere il table book Kintsugi: The Poetic Mend della scrittrice, critica e ceramista Bonnie Kemske, che ha analizzato l’affascinante evoluzione del kintsugi dalla nascita fino a oggi.

Kati Irrente

Giornalista poliedrica scrivo per il web dal 2008. Sono appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d’autore.

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