Il trucco dei designer per dare carattere a una stanza spenta? Inizia dalla poltrona

Colori neutri, arredi anonimi, atmosfera spenta? I designer lo sanno: basta una poltrona ben scelta per cambiare tutto. Comfort, stile e carattere in un solo gesto d’arredo.

Ci sono stanze che non sono brutte, solo spente. Quelle dove i colori ci sono ma non si vedono, dove l’arredo è giusto ma sembra messo lì per caso. Ambienti che non comunicano niente, o che sembrano dire sempre la stessa cosa. È in questi casi che l’occhio di un designer si accende, perché spesso basta un oggetto per cambiare l’energia di tutto lo spazio. E quasi sempre, quell’oggetto è una poltrona. La più sottovalutata, la più potente.

Una poltrona ben piazzata funziona come un accento in una frase. Che sia colorata, scultorea, morbida, non importa: ciò che conta è che racconti qualcosa. Di te, della tua casa, del momento in cui hai deciso che sì, serviva un cambio d’aria. Ed è proprio per questo che le poltrone sono diventate protagoniste nei progetti di interior contemporanei. Sono mobili, sì, ma possono essere molto più di questo.

Perché la poltrona è il nuovo punto focale dell’interior design

Partiamo dai grandi nomi, quelli che hanno fatto la storia del design. La Lady di Marco Zanuso è un esempio perfetto: morbida, elegante, rivoluzionaria nel suo modo di intendere il comfort. Ha portato per prima la gommapiuma nei salotti italiani con grazia e misura. La Egg Chair di Arne Jacobsen, invece, ha una presenza scenica che non passa inosservata. Disegnata per la hall di un hotel, oggi è un’icona che dona personalità ovunque venga posizionata.

Poi c’è la Up5 di Gaetano Pesce, più di una seduta: un manifesto. La forma evocativa, il pouf legato alla base, tutto parla di femminilità e costrizione, in un mix di arte e denuncia. Infine, la Margherita di Albini e Helg, un intreccio leggero di rattan e poesia, perfetta per ambienti che vogliono essere rilassati ma sofisticati.

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Perché la poltrona è il nuovo punto focale dell’interior design – foto pamono.it – designmag.it

Se il budget non permette questi investimenti, nessun problema. Ci sono alternative che funzionano altrettanto bene, soprattutto se scelte con cura. La Sao Paulo di Maisons du Monde, con il suo schienale ampio e il look rétro, si adatta con naturalezza agli spazi che cercano comfort e personalità.

La EKENÄSET di Ikea è una scommessa sicura: linee semplici, ispirazione anni ’50, prezzo contenuto. Poi c’è la Mieres di Sklum, morbida e avvolgente, con base girevole e un rivestimento in ciniglia che la rende coccola e contemporanea allo stesso tempo. Per chi vuole qualcosa di più compatto ma non meno elegante, le poltroncine TecTake in velluto con braccioli sono una soluzione smart e decorativa.

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Alternative economiche ma d’effetto per arredare con stile – foto ikea.com, sklum.com, amazon.it e maisonsdumonde.com – designmag.it

Quello che conta davvero è il contesto. Una poltrona non vive da sola. Interagisce con ciò che ha intorno: un tappeto, una lampada, un tavolino. Per questo i designer la usano come punto di partenza. Perché è un oggetto che non solo si nota, ma crea atmosfera. È un invito a sedersi, a rallentare, a prendersi uno spazio tutto per sé. Una stanza può essere anche bellissima, ma senza un angolo che ti accoglie, resta distante. Ecco perché una buona poltrona è un investimento. Di stile, certo, ma anche di umanità.

Spesso si pensa che arredare bene significhi spendere molto. Non è sempre così. Arredare bene significa fare scelte consapevoli. E la poltrona, da oggetto marginale, può diventare protagonista. Non solo per come appare, ma per quello che permette: leggere, parlare, pensare, stare. È questo il trucco dei designer e tutto può cominciare con una poltrona.

Alla fine, ogni spazio ha bisogno di un punto fermo. Di qualcosa che lo ancora alla vita. E quella cosa, molte volte, è una seduta. Non serve altro. Solo un posto in cui sentirsi, finalmente, a casa.

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