Il PAX di IKEA è ovunque, ma nessuno lo riconosce quando lo trasformi così

Quando si parla di personalizzare i mobili IKEA, l’armadio PAX è la tela bianca perfetta. Con qualche intervento semplice ma pensato bene, cambia volto e si mimetizza.

Ci sono mobili che sembrano destinati a restare sempre uguali, fedeli al loro ruolo funzionale, mai protagonisti. Il PAX di IKEA rientra perfettamente in questa categoria. Lo conosciamo tutti, spesso lo abbiamo anche montato da soli, in un pomeriggio di domenica con una brugola tra i denti e la pazienza messa alla prova. È pratico, capiente, razionale. Ma raramente si fa notare, e proprio per questo, sorprende ancora di più quando qualcuno riesce a trasformarlo in qualcosa che non ha nulla a che vedere con la sua versione di partenza. Lì, dove prima c’era un mobile standard, adesso sembra esserci un guardaroba su misura, incassato perfettamente nella parete, con dettagli che raccontano un gusto preciso, personale, quasi sartoriale.

C’è qualcosa di molto affascinante nel rendere invisibile un mobile tanto riconoscibile. Scompare nella stanza, ma non sparisce: si fonde, cambia pelle, prende il colore della parete o ne segue le geometrie, fino a diventare una presenza nuova. Chi lo guarda fatica a identificarlo. Eppure, è sempre lui, il solito armadio modulare, solo che adesso ha zoccoli, cornici, maniglie in ottone o pelle, superfici verniciate a regola d’arte. Lo vedi in una foto e pensi che sia un pezzo fatto su disegno, firmato da un interior designer, e invece è un PAX truccato bene.

Il PAX non ha più l’aspetto da armadio: cornici, colori e maniglie che fanno la differenza

Le trasformazioni più riuscite spesso nascono da una struttura semplice, ed è proprio la modularità del PAX a renderlo una base perfetta. La sua forma essenziale si presta a ogni tipo di rivisitazione. Basta inserire delle cornici, scegliere delle modanature sottili ma proporzionate, montare dei piedini, aggiungere zoccoli o cimase. Sono dettagli che da soli cambiano tutta la percezione dell’oggetto. Quando si pittura in tinta con la parete, poi, l’effetto è ancora più riuscito: l’armadio diventa architettura, parte della stanza, e non un corpo estraneo appoggiato alla parete.

Maniglie in ottone
Il PAX non ha più l’aspetto da armadio: cornici, colori e maniglie che fanno la differenza – foto AI – designmag.it

Altri preferiscono un approccio più grafico, giocando con pannelli in MDF che creano volumi e rilievi. Le ante lisce del PAX diventano così delle superfici dinamiche, articolate, spesso colorate in tinte profonde come il verde salvia, il blu petrolio o il grigio fumo. Tutto cambia anche con la scelta delle maniglie. Quelle IKEA, pratiche ma impersonali, lasciano spazio a pomelli dorati, leather pull, ceramiche artigianali. Un piccolo cambio che, però, racconta subito un gusto diverso, più curato. Le maniglie disposte a varie altezze, leggermente sfalsate, introducono anche un certo ritmo visivo.

Alcuni si spingono ancora oltre e lo usano come base per veri e propri interventi decorativi. Rivestono le ante con carta da parati, applicano tessuti incollati su pannelli leggeri. Si crea così un gioco di texture, di colore e materiali, che funziona molto bene in ambienti un po’ più audaci. Il trucco è usare materiali traspiranti, specie se il mobile viene incassato o va vicino a pareti umide. I risultati sono particolarmente interessanti in stanze come l’ingresso o una camera da letto piccola, dove ogni centimetro conta ma non si vuole rinunciare allo stile.

Mobili con boiserie e carta adesiva
Idee pratiche che costano poco ma funzionano – foto AI – designmag.it

La versatilità è il suo vero punto forte. Basta vedere come il PAX possa essere incassato in nicchie, adattato a pareti oblique, usato anche sotto tetti spioventi. C’è una precisione da falegname dietro molte trasformazioni che si vedono online, ma è anche vero che alcuni interventi sono molto più semplici di quanto sembrino. Il trucco sta nel trattarlo come un involucro da rivestire e non come un mobile chiuso in se stesso. Si parte da lì, poi si costruisce intorno, si rifinisce con calma, si integra con quello che già esiste nella stanza.

E così, quello che era un mobile di massa, diventa un elemento unico. Serve anche pazienza e voglia di sperimentare. Ma quando ci si riesce, l’effetto è sorprendente. Nessuno direbbe che dietro quelle ante, sotto quelle cornici, si nasconde un PAX. E forse è proprio questo il bello: trasformarlo, ma senza farlo notare troppo.

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