Finalmente avete trovato la casa dei vostri sogni e la banca è pronta a concedervi il mutuo per finanziare l’ingente spesa. Tutto è pronto per procedere con firme e accordi ma viene avanzata la richiesta di acconto. Significa dover dare un anticipo per l’acquisto ma attenzione, si tratta di una soluzione differente rispetto la caparra.
Trovare la casa da comprare non è semplice. Possono passare anche anni prima di innamorarsi di un’abitazione ed essere disposti a fare un’offerta per l’acquisto ma quando questo momento arriverà si dovrà essere preparati e conoscere l’iter da seguire. La proposta, il compromesso, il rogito o compravendita sono tutti termini legati all’acquisto dell’abitazione.
L’ultimo atto, forse quello più noto, è proprio la firma del rogito notarile con la quale si sancisce il trasferimento ufficiale della proprietà dal venditore all’acquirente. Il notaio dovrà verificare la documentazione e se non dovessero emergere criticità si potrà procedere con il pagamento finale e la consegna delle chiavi. Non tutti i soldi vengono dati durante il rogito. In precedenza si sarà versata una caparra oppure un acconto.
La differenza tra acconto e caparra e quale conviene
L’acconto è un anticipo che viene richiesto da chi vende per avere la certezza che il possibile acquirente sia realmente interessato a comprare casa. Non è un obbligo di Legge ed è diverso dalla caparra. L’acconto si versa quando si fa una proposta di acquisto, proprio al primo step dell’iter. L’importo corrisposto verrà poi scalato dalla somma finale che si andrà a corrisponde al momento del rogito.

Attenzione, l’acconto non ha alcun valore legale e vincolante anche se viene riportato nel compromesso firmato da entrambe le parti. Corrisponde generalmente al 10/20% del valore dell’immobile e permetterà di ottenere il mutuo più facilmente dovendo chiedere un importo più basso e avendo già coperto la quota che la banca non copre (eroga l’80% del valore della casa).
L’acconto si paga con bonifico bancario, assegno circolare, versamento tramite notaio o agenzia oppure in contanti se l’importo è inferiore a 5 mila euro. Se alla fine la compravendita non dovesse esserci per qualsiasi motivo, il venditore dovrà restituire l’acconto.
Diverso il caso della caparra, questa ha valore vincolante. Versandola ci si impegna a comprare l’immobile e non si potrà cambiare idea. Significa che rinunciando all’acquisto la caparra si perderà e rimarrà al venditore. Non solo, questo potrà anche chiedere un risarcimento. Se a rinunciare, invece, è il venditore allora dovrà restituire il doppio della caparra.