Chi vive in condominio lo sa bene: le pareti non sempre sono spesse quanto vorremmo. Si sente la TV del piano di sopra, i tacchi sul pavimento, persino i litigi di coppia dall’altra parte del muro. Ma c’è un rumore che batte tutti in classifica per fastidio e resistenza: il russare del vicino.
Può sembrare un dettaglio da poco, e invece, notte dopo notte, quel ronzio martellante diventa un incubo che rovina il sonno, l’umore e persino le giornate. E allora cosa si fa? Ci si rassegna a passare le notti con i tappi nelle orecchie o si può davvero trovare una soluzione senza trasformare il palazzo in un ring condominiale?
Quando il vicino russa: dal buon senso alle soluzioni concrete
Partiamo da una verità semplice: chi russa spesso non se ne accorge nemmeno. Anzi, molti ne vengono a conoscenza solo quando qualcuno glielo fa notare. Per questo, la prima mossa non prevede martelli pneumatici o lavori costosi, ma un dialogo rispettoso, un approccio gentile può fare la differenza e magari aprire la strada a piccoli rimedi: dispositivi nasali, cuscini anti-russamento, visite specialistiche nei centri dedicati ai disturbi del sonno.
Se la diplomazia non basta, ci si può organizzare “in casa propria”. Molti hanno trovato sollievo con i rumori bianchi: applicazioni che riproducono pioggia, vento o onde del mare e che coprono i rumori più fastidiosi. Funziona? Dipende. Per qualcuno è un toccasana, per altri una tortura aggiuntiva. Diciamo che vale la pena tentare, soprattutto se il russare non è costante ma a intermittenza.

Quando il problema è serio e si ripete ogni notte, la vera soluzione è una: isolare acusticamente la camera da letto. Non parliamo dei vecchi cartoni delle uova incollati al muro, ma di pannelli studiati apposta per bloccare i rumori. Ci sono materiali di ogni tipo: dal sughero, naturale ed ecologico, alla lana di roccia, molto efficace ma meno indicata in camera da letto, fino al poliuretano espanso, leggero e versatile.
Un professionista saprà consigliare la combinazione migliore tra pannelli fonoassorbenti, che migliorano l’acustica interna della stanza, e pannelli fonoisolanti, che invece fermano i rumori provenienti dall’esterno. Il lavoro non richiede demolizioni invasive e spesso in pochi giorni si ottiene un risultato che cambia radicalmente la qualità del sonno.
Può capitare che, nonostante la buona volontà e qualche investimento, il problema non sparisca del tutto. In quel caso resta la strada istituzionale: parlarne con l’amministratore di condominio, che può mediare e trovare un compromesso. Ma nella maggior parte dei casi, tra dialogo e isolamento acustico, si arriva a un equilibrio accettabile.
Perché sì, il russare del vicino è fastidioso, ma non è detto che debba trasformarsi in una condanna a vita. Con un po’ di tatto, qualche trucco tecnologico e, se serve, un intervento mirato, si può tornare a dormire sonni tranquilli. E magari, la prossima volta che lo incontri in ascensore, potrai anche sorridergli senza pensare a quella sinfonia notturna che ti accompagna da mesi.