Ereditare una casa ha degli effetti a livello sentimentale e burocratici. Se si riceve un immobile in eredità significa che una persona importante è venuta a mancare. Nonostante il dolore per l’assenza e il lutto si sarà chiamati ad una serie di obblighi in qualità di eredi. Bisognerà capire anche se vendere o meno la casa ereditata.
I beni di proprietà della persona che viene a mancare passano ai suoi eredi. Pensare che dopo il decesso se dovesse esserci un immobile nella successione gli eredi ne diventino automaticamente proprietari è sbagliato. Ci sono degli adempimenti fiscali e burocratici da compiere per diventarne intestatari in modo inoppugnabile e legittimo. Bisogna presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate entro 12 mesi dal decesso con all’interno il valore catastale dell’immobile e accettare l’eredità.
Poi c’è da considerare l’eventuale tassazione, l’imposta ipotecaria e l’imposta catastale nonché l’imposta di bollo più i tributi speciali. Altra spesa la parcella del notaio. Una volta che si è proprietari dell’immobile bisognerà decidere cosa farne. Andarci a vivere oppure affittarlo restando legati ai ricordi della casa? Molte volte può essere necessario venderlo per evitare di pagare IMU e altre spese di manutenzione.
Si paga la plusvalenza vendendo una casa ereditata?
Vendere la casa e dover dare parte del ricavato all’Agenzia delle Entrate sotto forma di plusvalenza. Questo il timore degli eredi. Per fortuna un timore che può sparire subito dato che la normativa italiana stabilisce un principio di non tassabilità favorevole alla maggior parte degli eredi.

La Legge prevede, infatti, che il Fisco tassi i guadagni derivanti da operazioni immobiliari con finalità speculativa ossia quando il contribuente compra casa e la rivende nel giro di poco tempo (prima dei cinque anni). L’intento speculativo viene “condannato” con la differenza positiva tra prezzo di acquisto e vendita considerata reddito diverso e quindi soggetta a tassazione IRPEF.
Di contro, la Legge esclude gli immobili acquisiti per successione e poi venduti dalla finalità speculativa. L’erede, infatti, non compra la casa per scelta perché fiuta un affare ma la riceve in seguito ad un evento fortuito non volontario. L’improvviso decesso di un familiare.
La volontà speculativa non è riscontrabile e di conseguenza non è dovuta alcuna plusvalenza. Non importa se la vendita avviene dopo tre mesi, un anno o sette anni. Se riguarda un immobile ereditato non genere plusvalenza tassabile.






