La lavatrice è una di quelle cose che di solito si comprano in fretta. Magari perché quella vecchia si rompe all’improvviso, o perché in un trasloco ci si ritrova senza. Vai in negozio, leggi due etichette, guardi la capienza, il prezzo, e scegli. Peccato che, spesso, quello che sembra un buon affare al momento dell’acquisto si riveli l’opposto sul lungo periodo. E non serve nemmeno tanto tempo per rendersene conto: bastano le prime bollette.
I dati sull’etichetta non sono lì per fare scena, ma raccontano quanto davvero consumerai e quanto durerà la macchina. Il problema è che nessuno ci spiega come leggerli. Si guarda la lettera sulla classe energetica, magari si nota il prezzo in offerta, ma tutto il resto passa inosservato. E invece è proprio lì, in quei numeri piccoli, che si nasconde la vera differenza tra una scelta economica e una scelta intelligente. E anche tra una macchina che dura anni e una che dopo due è già un problema.
Come scegliere la lavatrice giusta leggendo l’etichetta energetica
Il primo errore che si fa quando si sceglie una lavatrice è pensare che siano tutte uguali. In realtà non è affatto così. Uno degli elementi più trascurati è la classe energetica. Oggi va da A a G, e una lavatrice in classe C o superiore consuma sensibilmente meno. Ma non basta fermarsi alla lettera.
Serve guardare anche i kilowattora per 100 cicli: è quel numero a dirti davvero quanto spenderai ogni anno. Lo stesso vale per il consumo d’acqua. Se vivi da solo o in coppia, una macchina da 6 o 7 chili è più che sufficiente. E deve stare sotto i 40 litri per ciclo. In una famiglia più grande, ha senso passare ai 9 o 10 chili, ma solo se il consumo resta sotto i 48 litri. Altrimenti, il risparmio si annulla.

Un altro dato che spesso non si considera è il rumore. Durante la centrifuga, alcune lavatrici superano i 75 decibel, e a quel punto non stai più lavando i panni: stai lanciando un jet da salotto. Se vuoi qualcosa che non ti disturbi mentre sei in casa o magari mentre dormi, stai sotto i 70. La silenziosità non è solo un dettaglio: è comfort. È poter fare la lavatrice la sera senza fastidio. È sentirla lavorare senza dover alzare la voce quando parli con qualcuno.
E poi c’è il cuore della questione: il motore. Quello tradizionale costa meno, ma dura meno. In media dai 5-7 anni. Il motore inverter, invece, ha una durata media di 10-15 anni e consuma molto meno. Il costo iniziale è più alto, sì. Ma in un anno puoi risparmiare tra i 30 e i 50 euro solo di elettricità. Che, in 10 anni, fanno mezzo stipendio. E soprattutto eviti manutenzioni inutili, vibrazioni continue, rotture anticipate. È un investimento che si ripaga da solo, in patica.
Alla fine, quindi, non si tratta di scegliere la lavatrice perfetta. Si tratta di sapere cosa guardare per non buttare soldi. Di capire che leggere un’etichetta può voler dire centinaia di euro in meno in bolletta, meno rumore in casa, meno sostituzioni nel tempo. E una macchina che non ti abbandona proprio quando ne hai più bisogno. Perché sì, il prezzo fa effetto, ma i conti si fanno anche dopo. E a quel punto è meglio aver scelto bene.