Ci sono materiali che sembrano finiti in soffitta e invece, a sorpresa, tornano tra le mani degli architetti più attenti. Il vetro mattone è uno di questi. Per anni relegato a scale condominiali e docce anni ’90, ora si prende una rivincita silenziosa ma elegante. Chi si occupa di interni lo sa bene: la luce naturale è sempre più preziosa, e riuscire a separare gli spazi senza rinunciarci è una sfida continua. Il vetro mattone, se usato con misura e in modo aggiornato, riesce a fare entrambe le cose. E non è più solo quel cubo trasparente visto nei bagni di vent’anni fa.
La sua fortuna attuale sta nella capacità di lasciar passare la luce mantenendo una sensazione di riservatezza. E il merito va anche ai nuovi formati, finiture opache, colori fumé e texture che sanno stare in contesti moderni senza appesantire. Non si usa più come rivestimento intero, ma a inserti o come elemento divisorio che arreda. Basta un modulo verticale per suggerire una separazione, o una fascia orizzontale per accompagnare una parete. Funziona dove serve luce ma non si vogliono pareti vuote. La chiave è non esagerare.
Dove il vetro mattone funziona davvero bene e cosa abbinarci per evitare l’effetto datato
Funziona meglio quando lo spazio ha bisogno di un filtro visivo ma non di un blocco vero e proprio. Per esempio, in ingresso può definire l’area senza spezzare l’ambiente. In bagno, se usato per la doccia, evita l’effetto scatola e mantiene la luce omogenea. In cucina, separa la zona di lavoro da quella conviviale senza oscurare. La sua presenza aiuta anche in scale e corridoi, dove serve alleggerire pareti cieche. Non è la scelta giusta invece in case con arredi rustici o ambienti già pieni di materiali e texture, dove rischia di sembrare fuori posto.

Ciò che davvero fa la differenza è il formato e il trattamento della superficie. Oggi si trovano versioni satinate, tridimensionali, colorate in tonalità fumo o ambra, persino moduli oblunghi che rompono la classica griglia. Le fughe si riducono, i profili si incassano, l’effetto è minimale. Il vetro mattone si mimetizza meglio e si inserisce in contesti soft-industrial, nordici, o con palette molto neutre. Alcuni progettisti lo usano addirittura come parapetto o per costruire una balaustra semi-trasparente su un soppalco, con risultati scenografici.
La sua forza sta nella versatilità. In molti casi non serve nemmeno una parete intera. Basta un inserto: sopra una porta, accanto a una finestra, oppure come fascia orizzontale che corre lungo una parete. Altri lo scelgono per la testata del letto, o per dividere cucina e zona giorno con una cornice geometrica. In ambienti piccoli, aiuta ad aprire la prospettiva senza invadere. Se l’illuminazione è scarsa, anche una piccola porzione di vetro mattone può cambiare radicalmente la percezione dello spazio.

Il modo più sicuro per abbinarlo bene è restare essenziali. Il legno chiaro e il bianco sono alleati naturali, così come le finiture nere opache se si punta a uno stile più deciso. Le piante verdi aiutano a renderlo più caldo. Eviterei invece specchi antichi, troppi riflessi o altri vetri decorati, perché rischiano di creare confusione visiva. Anche l’accostamento a materiali troppo freddi, come l’acciaio lucido, non lo valorizza. Meglio optare per superfici materiche, neutre, che lo lascino parlare senza urlare.
Infine, vale la pena citare chi oggi lo produce in versioni interessanti. L’italiana Seves Glassblock ha ampliato la collezione con soluzioni moderne, mentre Glass Italia lavora su varianti più luxury e raffinate. Anche marchi francesi come La Rochère o Vetroarredo propongono opzioni artigianali, perfette per chi vuole qualcosa di più particolare. Ma si trovano anche da Leroy Merlin. Non ti resta che scegliere quello più adatto a te.