Gli immobili non sono tutti uguali. Ci sono quelli che valgono e quelli in pessime condizioni. I primi si possono vivere o affittare per ricavare una rendita mensile. I secondi rappresentano solo spese su spese e liberarsene sarebbe un gran vantaggio. Lo strumento da conoscere è l’atto di rinuncia.
Ereditare un immobile può essere un sollievo o un incubo. Se la casa è in buono stato, in una zona abitata o turistica e se non si hanno altri immobili di proprietà sarà l’occasione per mandare la comunicazione di disdetta dell’affitto e iniziare un nuovo capitolo della propria vita nell’abitazione ereditata. Se, invece, si sta pagando il mutuo per un appartamento ci sono diverse possibilità.
Vendere la seconda casa oppure affittarla o andarci a vivere vendendo la propria casa. Insomma, se l’immobile è di valore si possono compiere diverse scelte e tutte faranno guadagnare. Ma se questo immobile è fatiscente, completamente da ristrutturare, ubicato in una zona poco pratica allora può diventare un problema economico rilevante. Ci saranno solo tasse e responsabilità non richieste. In questo caso può essere conveniente rinunciare all’immobile inutile.
Come procedere con l’atto di rinuncia all’immobile inutile
La sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione numero 23093 del 2025 ha sancito la piena legittimità dell’atto di rinuncia ad un immobile. Per rinunciare ad una casa basta compilare una specifica documentazione riguardante un atto unilaterale e non traslativo. Significa che con l’atto di rinuncia non si procede ad una vendita oppure ad una donazione allo Stato ma il proprietario semplicemente cede ogni diritto sull’immobile e, di conseguenza, il bene viene acquisito a titolo originario dallo Stato.

Non è richiesta la conformità catastale né sono necessari i titoli edilizi. Non si deve nemmeno allegare il Certificato di Destinazione Urbanistica né l’Attestato di Prestazione Energetica. Una semplificazione della procedura stabilita dalla Cassazione che rende facile rinunciare all’immobile inutile di cui si è diventati proprietari. Non solo, l’atto di rinuncia è esentasse.
Chi si spoglia dei diritti sulla casa non dovrà pagare l’imposta di donazione né le imposte ipotecarie e catastali. Dovrà sostenere solo l’onorario del notaio presso cui l’atto viene firmato. Importante sottolineare che l’atto di rinuncia non cancella i diritti reali di terzi come l’ipoteca o un diritto di usufrutto. Il proprietario non si libera nemmeno di eventuali debiti e obbligazioni personali precedenti all’atto. Infine, per essere valido l’atto dovrà essere solenne e con resa pubblica e dovrà essere trascritto nei registri immobiliari.