Puoi affittare casa tua per un solo giorno e guadagnare ma attento ai limiti o violerai la legge

Locazioni brevi: come funzionano davvero, cosa dice la legge e quali errori evitare per non ritrovarsi con multe indesiderate.

Negli ultimi anni è cambiato molto il modo di vivere la casa. Non è più soltanto il posto in cui tornare la sera o il rifugio dove rilassarsi, ma può trasformarsi anche in una fonte di guadagno, magari solo per un giorno o due. Immagina di avere un appartamento libero, magari in centro o vicino a una zona turistica: con un evento in città o un concerto affollato, quel divano vuoto o quella camera spoglia potrebbero diventare una piccola miniera d’oro.

L’idea di affittare per un giorno sembra semplice e veloce, una sorta di scorciatoia per racimolare qualcosa in più senza troppi pensieri. Ma, come spesso accade quando si parla di leggi e burocrazia, dietro c’è molto di più di quello che si immagina. Il dubbio sorge spontaneo: posso davvero mettere in affitto casa mia per una sola notte senza rischiare guai? La risposta è sì, ma non basta aprire la porta e consegnare le chiavi.

Affitti lampo: guadagnare in una notte senza scottarsi con la legge

Quella che a tutti gli effetti viene chiamata “locazione breve” è una forma di contratto che la legge riconosce, pensata proprio per chi vuole affittare per periodi che non superano i trenta giorni. Questo significa che anche un contratto di 24 ore rientra perfettamente nella categoria. Naturalmente non stiamo parlando di hotel improvvisati, ma di persone fisiche che, senza organizzare un’attività imprenditoriale, decidono di mettere a disposizione la propria casa in maniera saltuaria.

Molti si chiedono se sia necessario registrare il contratto anche per un affitto così breve. La risposta è rassicurante: no, non serve, a meno che con lo stesso inquilino non si superino i trenta giorni nell’arco di un anno. Però scrivere due righe con le regole base (orari, importo, responsabilità) è sempre una buona idea. Non sarà obbligatorio, ma aiuta a evitare equivoci, e con gli ospiti a volte le incomprensioni sono dietro l’angolo.

sfondo parquet, casetta rossa, chiavi con portachiave a forma di casa
Affitti lampo: guadagnare in una notte senza scottarsi con la legge – designmag.it

C’è poi la parte più delicata: le comunicazioni. Anche se si affitta per una sola notte, il proprietario è tenuto a comunicare alla Questura i dati degli ospiti tramite il portale “Alloggiati Web”. E i tempi sono stretti: entro 24 ore dall’arrivo, ma se il soggiorno è inferiore a un giorno la comunicazione va fatta subito. Inoltre quasi tutte le Regioni richiedono un codice identificativo da esporre negli annunci online, e nei Comuni turistici entra in gioco anche l’imposta di soggiorno, che va riscossa dal proprietario e girata poi al Comune.

Non bisogna dimenticare il fisco. I guadagni da queste locazioni vanno dichiarati e si può scegliere tra due strade: il regime ordinario, che somma tutto agli altri redditi, oppure la cedolare secca con aliquota fissa, più semplice da gestire e spesso conveniente. La regola da ricordare è che il 21% si applica al primo immobile, mentre per i successivi la percentuale sale al 26. Se invece si esagera con gli appartamenti, superando la soglia di quattro, la legge presume che si tratti di un’attività imprenditoriale e cambia tutto.

Affittare casa per un solo giorno può essere un’ottima occasione per guadagnare qualcosina in più, soprattutto se l’immobile rischierebbe di restare vuoto. Basta però non improvvisare e muoversi con la giusta attenzione. Perché sì, è bello arrotondare senza troppi sforzi, ma è ancora più bello farlo sapendo di essere al riparo da sanzioni e brutte sorprese.

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