Quando l’ho comprato, l’idea era semplice. Serviva un piccolo appoggio in cucina per tenere insieme barattoli, bottiglie d’olio e quei mille utensili che si accumulano senza un vero posto. Non pensavo fosse un acquisto che avrebbe cambiato il ritmo della mia casa, mi sembrava più un aiuto pratico da infilare in un angolo. E invece, piano piano, quel carrellino ha iniziato a spostarsi di stanza in stanza, trasformandosi ogni volta in qualcosa di nuovo.
La verità è che gli oggetti più semplici sono quelli che finiscono per restare davvero, quelli che risolvono problemi quotidiani senza grandi promesse. Questo carrello IKEA ha esattamente quella natura: non ingombra, non stona con gli arredi, si lascia muovere senza fatica e si fa notare solo quando serve. E il bello è che non ha bisogno di essere confinato a una stanza, perché ovunque lo metti sembra trovare il suo posto.
Il modello IKEA che tutti amano: RÅSKOG
Quello che rende questo carrello così speciale non è tanto l’idea del contenitore mobile, che in sé non è una novità, ma la capacità di unire compattezza e capienza senza sembrare mai invadente. È una di quelle presenze che si inseriscono negli interstizi delle case moderne, spesso ridotte al minimo, e che permettono di guadagnare ordine senza sacrificare stile. Ha una forma sobria, proporzioni che lo rendono facile da piazzare ovunque e una gamma di colori neutri che gli consente di dialogare con arredamenti molto diversi.
In cucina si è rivelato subito un alleato perfetto. All’inizio era pieno di spezie, bottiglie e piccoli utensili, e già in questa versione mi aveva convinta della sua utilità. Ma un giorno, quasi per caso, l’ho spostato vicino alla macchina del caffè ed è diventato un piccolo bar mobile. Bastava mettere le tazze sul primo ripiano, le cialde su quello centrale e qualche bicchiere sul fondo per avere un angolo conviviale sempre pronto. È stato il momento in cui ho capito che non era solo un mobile da cucina, ma un pezzo trasformista.

Il bagno è stata la seconda scoperta. Non avendo molto spazio a disposizione, mi sembrava impossibile aggiungere un contenitore senza soffocare la stanza. Invece, il carrellino entrava senza fatica tra il lavabo e il termosifone, e in pochi minuti era diventato la base perfetta per asciugamani arrotolati, prodotti beauty e qualche candela.
Poi è arrivato il turno della stanza in cui lavoro. Lì il caos dei cavi e della cancelleria era costante, e non avevo mai trovato un contenitore che non risultasse ingombrante. Il carrellino ha risolto in silenzio: computer portatile sul ripiano superiore, scatole di penne e post-it su quello centrale, cavi e caricabatterie ben arrotolati sul fondo. Il bello era che, quando non serviva, bastava spingerlo in un angolo e liberare la scrivania. Ha reso più facile gestire le giornate intense, senza trasformare lo spazio in un ufficio rigido.

La quarta trasformazione è arrivata in camera da letto. Mi serviva un comodino alternativo e ho deciso di provarci. È bastato appoggiare una lampada sul primo ripiano, qualche libro sul secondo e una coperta leggera sul terzo per trasformarlo in un arredo insolito ma funzionale. A volte, quando ho ospiti, lo sposto in soggiorno e diventa un tavolino accanto al divano, pronto a ospitare telecomandi, riviste e bicchieri. Non è mai uguale a se stesso e questo lo rende ancora più prezioso.
A volte basta un pezzo accessibile, ben progettato, che non si impone ma si adatta. Ed è forse per questo che il RÅSKOG è diventato un best-seller di IKEA: perché non chiede di cambiare la casa intorno a lui, è lui che cambia insieme alla casa.