L’elettrodomestico che cambierà il futuro di tutti, ma è anche molto inquietante

Guardiamo da vicino un assistente del futuro dotato di proiettore e intelligenza artificiale. Pratico, adorabile, ma anche un po' troppo presente in casa.

Quando ho visto per la prima volta il video di Ballie che rotola tra i mobili con la sua lucina blu, ho pensato fosse l’ennesimo gadget da fiera. Poi ho capito che stavolta c’era qualcosa di diverso. Perché se è vero che ogni anno al CES spunta fuori qualche oggetto tecnologico un po’ troppo futuribile per entrare davvero nelle nostre case, stavolta la sensazione è che Samsung abbia deciso di fare sul serio. Ballie non è solo un assistente vocale. È un piccolo essere mobile che capisce, osserva, anticipa. Ti guarda in faccia e ti riconosce. E questo, diciamolo, fa un po’ impressione.

Siamo abituati a parlare con i telefoni, magari con lo smartwatch. Ma con una sfera che ti segue mentre cammini in casa, ti accende le luci quando passi e poi ti suggerisce anche il vino per la cena, il livello di confidenza è un altro. Per certi versi, molto più profondo. Per altri, piuttosto inquietante. La linea tra compagno e sorvegliante, tra assistente e presenza costante, è davvero sottile. Eppure questo piccolo robot sembra fatto apposta per superare quella barriera, con un design tenero e pulito, e una voce neutra che non cerca di imitare nessuno.

Come funziona Ballie e perché è diverso dagli altri assistenti smart

Ballie si muove da solo, grazie a un sistema di sensori che gli permette di evitare ostacoli e seguire chiunque in casa. Una delle cose più interessanti è la sua capacità di apprendere dai gesti quotidiani, memorizzare abitudini e proporre soluzioni sempre più precise. Non serve più chiedere, in molti casi basta fare. Se spegni sempre la luce del soggiorno alle 22, lui lo capisce. Se metti musica appena entri in bagno, lo anticipa. A livello pratico, è una semplificazione reale. Ma resta una sensazione ambivalente: stiamo parlando con un oggetto, ma è come se ci stesse leggendo nel pensiero.

robot sferico giallo
Come funziona Ballie e perché è diverso dagli altri assistenti smart – foto samsung.com – designmag.it

Il proiettore integrato poi aggiunge una dimensione inaspettata. Non serve più un televisore. Basta una parete bianca e Ballie ti mostra un film, un tutorial di cucina, una videochiamata. Può seguire i bambini e intrattenerli, oppure fungere da supporto per chi ha difficoltà motorie o vive da solo. E ancora: ti avvisa se lasci il forno acceso, se qualcuno si avvicina alla porta quando non sei in casa. Fa tutto in autonomia, ma con una forma così semplice e non minacciosa che è difficile vederlo come un pericolo.

Le implicazioni per chi ha anziani in casa sono evidenti. Ballie può ricordare i farmaci, controllare movimenti anomali, inviare messaggi di emergenza. Il tutto senza bisogno di indossare braccialetti o premere pulsanti. Una tecnologia che diventa invisibile ma presente. E allo stesso tempo, anche esteticamente, meno invadente di altri dispositivi: non un display nero e piatto, ma una sfera chiara che si fonde nell’arredamento, quasi un elemento decorativo.

Ci sono però anche domande aperte. Cosa succede con la privacy? Quante informazioni può memorizzare Ballie, e a chi sono accessibili? Quanto siamo disposti a cedere della nostra quotidianità in cambio di una comodità così personalizzata? Il punto è proprio questo: più la tecnologia diventa “umana”, più ci chiede qualcosa in cambio.

E se da un lato l’idea di avere un piccolo robot domestico che ci alleggerisce la giornata è allettante, dall’altro ci mette di fronte a un cambiamento più grande. Non si tratta solo di casa intelligente. Si tratta di come vogliamo vivere dentro quella casa.

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