L’amministratore di condominio non si fa vivo? Non temere, sono un avvocato e ti spiego come risolvere subito il problema

Scopri come agire se l'amministratore di condominio non risponde alle tue richieste e i termini legali per la risposta.

L’amministratore di condominio svolge un ruolo cruciale nell’organizzazione e nella gestione della vita condominiale. Funge infatti da ponte tra le esigenze dei condomini e la corretta amministrazione delle parti comuni, in questo modo garantisce all’interno di un condominio il rispetto della legge e dei regolamenti condominiali.

Proprio per questo motivo, la presenza di un amministratore di condominio è essenziale per la gestione dell’ordine e della trasparenza nella gestione economica e operativa del condominio. Per questa ragione, quando un condomino invia una richiesta formale al proprio amministratore di condominio, che sia una raccomandata o una PEC, è naturale che si aspetti una risposta entro un termine ragionevole.

I termini possono variare, spesso vengono regolati dal regolamento condominiale. L’articolo 1138 del codice civile prevede che questi regolamenti includano norme sull’uso delle parti comuni, sulla ripartizione delle spese e sulla gestione complessiva del condominio. Ma cosa succede quando l’amministratore di condominio manca di rispondere ai propri condomini?

Cosa succede quando l’amministratore di condominio non risponde

Come abbiamo visto, la presenza di un amministratore di condominio è fondamentale per la corretta gestione del condominio stesso. Nel caso in cui questo ignori le richieste dei condomini, questi hanno il diritto di risolvere autonomamente il contratto. Inoltre, in presenza di gravi irregolarità nella gestione condominiale, i condomini hanno la possibilità di sollecitare la revoca dell’amministrazione da parte del giudice.

Palazzi a schiera
Cosa succede quando l’amministratore di condominio non risponde (designmag.it)

Va tuttavia sottolineato che i quindici giorni sono indicativi e, in assenza di specifiche clausole nel regolamento, non sono vincolanti. Dunque una mancata risposta entro questa tempistica non implica necessariamente la risoluzione del contratto, a meno che non vi siano eccezioni gravi.

Esistono delle specifiche circostanze in cui l’amministratore ha l’obbligo di rispondere alle richieste dei condomini. Tra queste troviamo:

  • La richiesta di convocazione dell’assemblea per deliberazioni su innovazioni (art. 1120, comma 2 del c.c.),
  • L’accesso a registri condominiali e regolamento (art. 1129, comma 2 del c.c.),
  • La convocazione dell’assemblea per la revoca dell’amministratore (art. 1129, dodicesimo comma del c.c.),
  • La fornitura di documenti giustificativi (art. 1130 bis del c.c.), 
  • Attestazioni dello stato dei pagamenti e delle controversie (art. 1130, n. 8 del c.c.).

Per ridurre il rischio di incorrere in future problematiche, è necessario conservare la documentazione scritta delle proprie richieste inviate all’amministratore di condominio. Anche per questo motivo, è bene preferire comunicazione tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o PEC. Queste forniscono la certezza di ricezione al destinatario. Inoltre, definire un termine esplicito nella comunicazione facilita la trasparenza riguardante le aspettative dei tempi di risposta.

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