Per anni la stufa elettrica è stata trattata come l’ultima risorsa. L’oggetto che tiravi fuori solo nei giorni più freddi, con la paura di veder schizzare la bolletta. Oggi non è più così. I modelli nuovi consumano meno, scaldano meglio e sono diventati anche belli da vedere. In tante case non serve più tenere acceso l’impianto per ore: bastano pochi minuti di calore diretto e la temperatura cambia subito. Chi lavora in smart working, chi ha una seconda casa o chi vive in città dal clima mite lo sa già: la stufa elettrica, se usata nel modo giusto, può essere una scelta furba e pratica.
Le nuove tecnologie hanno trasformato completamente questi apparecchi. Esistono modelli ultrasottili da parete, stufe con termostato digitale e sistemi a basso consumo che modulano automaticamente la potenza. Non fanno rumore, non seccano l’aria e alcuni diventano veri elementi d’arredo. Basta pensare alla Klarstein Bornholm Curved, con vetro bianco lucido e profilo curvo, o alla De’Longhi Capsule Desk, piccola e portatile, perfetta da tenere accanto alla scrivania. In cucina o in bagno, invece, molti scelgono le ceramiche retrò come la Ardes AR4W07 Warmy Style, che scalda in fretta e ha un look vintage elegante.
Modelli di stufe elettriche di design e a basso consumo
Usare la stufa elettrica non significa sprecare, ma scegliere con criterio. Ci sono ambienti in cui accendere l’impianto tradizionale non ha senso. Pensa a un bagno, una camera degli ospiti o una stanza che si usa solo la sera: in questi casi una stufa compatta fa il suo lavoro in dieci minuti. Anche negli appartamenti piccoli o ben isolati, dove il calore non si disperde facilmente, l’uso mirato di una stufa può essere più economico dei termosifoni accesi tutto il giorno.
Molto dipende da come viene usata. Una stufa da 1500 watt consuma 1,5 kWh all’ora, ma se la tieni accesa solo due ore al giorno l’impatto è contenuto: in media meno di 25 euro al mese. Se poi hai i pannelli fotovoltaici, la convenienza cresce. In quel caso, l’energia solare copre gran parte del consumo e il calore diventa praticamente gratuito. È la combinazione ideale per chi vive in zone miti e vuole ridurre la dipendenza dal gas.

Oggi le stufe non sono più uguali. I modelli a infrarossi o alogeni scaldano le superfici, non l’aria, e sono perfetti per spazi piccoli. Quelle a convezione o in ceramica diffondono calore costante in stanze medie, mentre i pannelli radianti si appendono al muro come quadri e consumano pochissimo. Alcuni uniscono design semplice e consumi bassi, ideali per piccoli appartamenti. La differenza è anche visiva: i materiali sono curati, le linee pulite, l’impatto estetico piacevole.
Ci sono però situazioni in cui i termosifoni restano imbattibili. In una casa grande o poco isolata, la stufa faticherebbe a mantenere stabile la temperatura e il consumo salirebbe troppo. Lo stesso vale se serve un calore continuo, per esempio durante la notte: il sistema tradizionale è più efficiente nel mantenere il tepore nel tempo. Anche in condomini con riscaldamento centralizzato, le stufe servono solo come supporto, non come sostituti veri e propri.

Quando si sceglie una stufa, l’errore più comune è lasciarla accesa troppo a lungo o posizionarla male. Tenerla troppo vicina a tende o mobili è pericoloso, e usarla alla massima potenza senza motivo fa solo sprecare energia. Meglio scegliere modelli con termostato automatico, timer e spegnimento di sicurezza. Sono dettagli che fanno la differenza sulla bolletta e sulla tranquillità.
Il punto è usarla con logica. Accendere la stufa mentre ci si veste al mattino o mentre si lavora al computer è più intelligente che tenere l’impianto acceso tutto il giorno. Bastano quindici minuti per scaldare una stanza media, poi il calore resta. E i nuovi modelli sono pensati proprio per questo: rispondere a un bisogno immediato, senza sprechi. La stufa elettrica non sostituisce i termosifoni, ma li affianca con intelligenza. E se scelta bene, non solo scalda, ma arreda.






