C’è una scena in Doctor Who (la famosa serie tv fantascientifica), quella della stanza piena di cerchi sulle pareti, in cui il Dottore si ferma un attimo, guarda tutto con occhi nuovi e dice solo: “I love the round things.” È una battuta veloce ma dice una verità che nel design d’interni conosciamo bene. Le forme tonde piacciono perché sono rassicuranti. È come se il cervello davanti a una linea curva si rilassasse. Meno tensione, più continuità. E infatti, quando in un ambiente si comincia ad arrotondare un elemento – un angolo, una seduta, un passaggio – succede subito qualcosa anche alla percezione generale dello spazio.
Questa tendenza delle forme morbide non è nata ieri, ma oggi sta trovando una nuova forza perché risponde a un desiderio preciso: avere una casa che non sia solo funzionale ma anche più sensibile, più umana. A volte bastano pochi oggetti giusti al posto giusto. Altre volte vale la pena ripensare una parete, una libreria, una testiera. Il punto è che togliere gli spigoli non vuol dire solo cambiare stile, vuol dire cambiare atmosfera. Inizi a sentirti meglio in uno spazio che ti accompagna invece di definirti a colpi di angoli netti.
Percezione, atmosfera, movimento: l’effetto psicologico delle forme tonde
Tutto parte dagli arredi. I primi cambiamenti visibili avvengono con un divano stondato o un tavolo tondo. Questi elementi non occupano solo uno spazio fisico, ma introducono un altro ritmo nel paesaggio della stanza. Un divano curvo spezza la rigidità delle geometrie classiche e invita a una disposizione diversa dei mobili attorno.
Si crea un flusso, anche nei movimenti. Non c’è più un davanti e dietro ma una specie di centro diffuso. Il tavolo rotondo, soprattutto in cucina, libera gli angoli e alleggerisce i passaggi. In ambienti piccoli è una soluzione quasi tecnica, ma con un impatto visivo notevole. Anche pouf, panche, sedute bombate e specchi ovali fanno la loro parte, a volte con poco ingombro e molta presenza.

Poi ci sono gli interventi architettonici, quelli più strutturali. Inserire curve nei muri, arrotondare un angolo o creare un passaggio ad arco cambia la percezione dello spazio senza doverlo stravolgere. Una parete curva in un corridoio interrompe la monotonia. Una libreria con spigoli smussati si integra meglio in un open space. E nelle camere da letto, una testiera arrotondata in cartongesso ha la capacità di incorniciare senza pesare.
Il linguaggio delle curve, però, non funziona se i materiali non lo supportano. Il bouclé, ad esempio, funziona molto bene perché riflette la luce in modo diffuso e aggiunge volume, il lino dà una naturalezza vissuta, il velluto opaco crea profondità. Sulle superfici rigide, invece, i materiali più adatti sono quelli che non riflettono troppo: legno chiaro con venature sottili, marmi satinati, resine opache che assorbono leggermente la luce. Anche i colori fanno la loro parte. I toni neutri ma caldi come sabbia, tortora, verde salvia, cipria, aiutano la curva a non risultare fredda o distante.

Un effetto interessante delle curve è che sembrano ammorbidire anche gli oggetti che restano squadrati. Una volta che l’ambiente comincia a parlare in tondo gli spigoli che restano vengono percepiti meno. In un soggiorno con pareti curve o arredi stondati persino una libreria a linee rette può trovare un ruolo armonico se la circondi con luce giusta o materiali morbidi. Il segreto è alternare, lasciare che le curve abbiano spazio per farsi leggere. Non serve curvare tutto.
La verità è che le case dove le forme morbide prendono il sopravvento diventano anche più facili da vivere. Ci si muove meglio, si hanno meno ostacoli, lo sguardo si rilassa. In certi casi le curve aiutano anche l’acustica, spezzando i rimbalzi sonori delle superfici dritte. Ma soprattutto rendono lo spazio più umano.