L’idea mi sembrava folle. Sotto il lavandino avevo sempre avuto un mobile pieno di cose: detersivi, asciugamani, scorte varie. L’idea di toglierlo mi dava la sensazione di perdere ordine e praticità. Poi un giorno, sistemando il bagno, mi sono accorta che quel mobile era diventato più un ostacolo che una risorsa. Ingombrava visivamente, nascondeva la luce, e soprattutto accumulava oggetti che non servivano. Così ho deciso di provare a eliminarlo, solo per qualche giorno.
Questa scelta, che fino a poco tempo fa sarebbe sembrata strana, oggi è diventata una tendenza. Lo fanno gli architetti, lo mostrano le riviste e lo propongono i brand di design. Il mobile sotto il lavandino non è più un obbligo, ma una scelta estetica da valutare. Soprattutto nei bagni piccoli, dove ogni centimetro conta, rinunciare al mobile significa guadagnare leggerezza visiva e pulizia formale. Non si tratta di eliminare lo spazio utile, ma di ripensarlo. Un modo diverso di vivere la casa, più libero e intuitivo.
Tendenza design bagno 2025: soluzioni salvaspazio per lavabi sospesi
Il lavandino sospeso o appoggiato su una struttura leggera trasforma il bagno in un luogo arioso, quasi da spa. È un’idea che arriva dal Nord Europa e dal Giappone, dove la filosofia dell’essenziale incontra quella del comfort. In queste case il vuoto non spaventa, anzi: è parte del progetto.
Rinunciare al mobile sotto il lavandino non significa vivere nel caos, ma imparare a organizzare lo spazio in modo più intelligente. Sotto al lavabo si possono inserire ceste in rattan, moduli aperti o piccoli scaffali in bambù. Tutto resta accessibile ma leggero. I cesti permettono di separare i prodotti per categoria, mantenendo ordine visivo. Le strutture metalliche sottili, come quelle che si trovano da IKEA o Maisons du Monde, offrono superfici d’appoggio senza chiudere la prospettiva. Anche un semplice modulo a carrello può diventare un alleato discreto, pronto a scomparire quando serve spazio.

Dal punto di vista estetico, il cambiamento è notevole. Il lavandino, liberato dal mobile, diventa protagonista. Può essere una vasca in ceramica bianca, una ciotola in pietra naturale o un modello in resina effetto cemento. Ogni scelta acquista peso visivo e carattere. Le tubature, che prima si cercava di nascondere, oggi fanno parte del linguaggio decorativo: in acciaio spazzolato, nero opaco o ottone satinato, trasformano un dettaglio tecnico in un elemento di design. Intorno, basta un tappeto neutro, qualche pianta o una lampada calda per creare un’atmosfera da hotel di charme.
La pulizia è un altro aspetto che conquista chi sceglie questa soluzione. Senza un mobile chiuso, niente angoli inaccessibili o superfici che si gonfiano con l’umidità. Il pavimento si pulisce in un attimo e il bagno resta più fresco. È una semplicità che si sente anche visivamente. Il minimalismo, quando è ben progettato, non è freddo ma rilassante. Il segreto è compensare con materiali naturali e texture morbide. Legno chiaro, lino, canapa e cotone aiutano a mantenere equilibrio e calore visivo.

Naturalmente serve un po’ di attenzione per non cadere nell’effetto vuoto non curato. Gli spazi aperti funzionano solo se sono pensati. Troppo vuoto stona quanto troppo pieno. Meglio evitare prodotti esposti alla rinfusa o flaconi colorati. Contenitori coordinati, ceste in tinta e piccoli accessori scelti con coerenza aiutano a mantenere armonia. Anche la luce fa la differenza: una lampada a parete orientata verso il basso o una sospensione leggera sopra il lavabo crea un effetto scenografico ma intimo.
Un bagno più libero, più arioso e più facile da mantenere non è una rinuncia, ma un guadagno. Si riscopre il piacere di vedere il pavimento continuo, di avere tutto a vista ma ordinato, di entrare in una stanza che trasmette calma invece che ingombro. È un piccolo gesto di design quotidiano, che rende la casa più vivibile senza grandi spese.






