Così ho portato lo stile Japandi in casa mia: bastano 3 cose senza comprare nulla di nuovo

Atmosfera calma e linee pulite si ottengono con piccoli gesti quotidiani: lo stile Japandi funziona con ciò che possediamo, trasformando subito una stanza senza complicazioni.

Quando ho iniziato a interessarmi allo stile Japandi la prima sensazione è stata che fosse un sogno irraggiungibile. Guardavo le foto delle case perfettamente ordinate con arredi in legno chiaro, ceramiche sobrie e tessuti naturali e mi sembrava un mondo da rivista, non qualcosa che potessi portare nella mia quotidianità. L’idea di dover rinnovare tutto o comprare mobili nuovi mi frenava, così come il pensiero di trasformare radicalmente l’ambiente in cui vivo. Mi sembrava uno di quegli stili che vanno bene per chi parte da zero, non per chi ha già una casa arredata.

Poi però, osservando meglio, ho iniziato a capire che il Japandi non è una collezione di oggetti, ma un atteggiamento. È più un modo di accostare quello che già esiste che un invito a buttare via tutto. Invece di stravolgere, bastava alleggerire. Ho guardato i miei tessili, qualche mobile in legno che avevo da tempo, i vasi accumulati negli anni, e ho iniziato a vederli con occhi diversi. E lì mi sono resa conto che non serviva un investimento enorme, ma piuttosto un piccolo cambio di prospettiva.

Una casa che respira stile Japandi senza acquistare nulla di nuovo

La cosa che mi ha colpito di più del Japandi è la sua capacità di far respirare gli spazi senza renderli impersonali. All’inizio temevo che il minimalismo giapponese fosse troppo rigido e lo stile nordico troppo freddo. In realtà, l’incontro tra i due porta equilibrio. C’è la calma dei colori neutri e insieme il calore delle texture naturali. Quando ho provato ad applicarlo in casa, la prima trasformazione non è stata visiva ma mentale. Ho iniziato a chiedermi se tutto ciò che avevo intorno fosse davvero utile o se stesse solo occupando spazio.

Una volta eliminato il superfluo, i tessili hanno preso il sopravvento. Non ho comprato nulla di nuovo, mi è bastato scegliere lenzuola e coperte che già avevo, quelle più semplici e neutre, senza stampe invasive. È incredibile come un copriletto panna o una tenda in lino chiaro possano modificare la percezione della stanza. La luce sembra filtrare meglio, le pareti si fanno più luminose, il tutto diventa più armonioso.

Canta di lino
Una casa che respira stile Japandi senza acquistare nulla di nuovo – foto hm.com – designmag.it

Dopo i tessili, mi sono concentrata sul legno. Pensavo che servissero mobili nuovi, invece piccoli dettagli già presenti hanno cambiato l’atmosfera. Ho spostato un vecchio tagliere in cucina, ho dato spazio a un vassoio di rovere dimenticato in un cassetto, ho rivalutato uno sgabello in legno chiaro. Inseriti nel giusto contesto, questi elementi hanno creato subito un collegamento naturale con il resto della casa. È stato come se il legno restituisse calore al grigio delle pareti e al bianco dei mobili laccati.

Infine sono arrivati i vasi e le ceramiche. Lì ho capito che il Japandi vive di piccoli dettagli. Non serve riempire la stanza di oggetti, basta scegliere quelli giusti. Un vaso bianco opaco con un ramo secco, una ciotola in ceramica con linee irregolari, un contenitore in gres posizionato sul tavolo. Piccoli gesti che hanno reso lo spazio immediatamente più zen, senza scivolare nel decorativismo eccessivo.

Vasi in gres e tavoli di legno
Vasi e ceramiche essenziali per un mood zen – foto maisonsdumonde.com – designmag.it

Guardando la casa trasformata mi sono resa conto che il segreto era stato tutto nel dosare. Non ho cambiato i colori di base, non ho spostato i mobili principali, non ho fatto shopping compulsivo. Ho solo selezionato. In un certo senso lo stile Japandi è una forma di mindfulness applicata agli interni. Ti invita a guardare con attenzione e a chiederti cosa serve davvero, cosa ti fa stare bene e cosa invece ti appesantisce.

Da allora ogni volta che entro in casa percepisco una sensazione diversa. È come se lo spazio fosse diventato più grande pur non essendo cambiato nelle dimensioni. C’è più aria, più respiro. E la cosa bella è che non c’è stato bisogno di stravolgere nulla. Basta scegliere tre elementi che tutti abbiamo: tessili neutri, legno naturale e vasi semplici. L’equilibrio lo fa il modo in cui li metti insieme.

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