Versamenti eccedenti o imposte non dovute si trasformano in crediti erariali ossia somme che lo Stato deve al contribuente. Per utilizzare questi importi è bene conoscere le regole al fine di agire nel modo corretto. Dal 2024 sono state introdotte importanti novità che hanno cambiato la procedura.
Si parla spesso di debiti in seguito ai quali arriva una cartella esattoriale con la pretesa di pagamento per non incorrere in pignoramenti o fermi amministrativi. Un vero incubo per il contribuente che si trova a dover pagare al Fisco somme più o meno onerose per le quali richiedere una rateizzazione è l’unica strada per regolarizzare la propria posizione. Ma esistono anche i crediti che un cittadino può vantare nei confronti dello Stato.
Possono derivare da pagamenti IRPEF, IVA o IRES in eccesso, da errori di conteggio e acconti troppo alti, ritenute d’acconto superiori al dovuto, alle detrazioni fiscali o deduzioni fiscali. Indipendentemente dalla situazione che genera un credito, il contribuente ha il diritto di recuperare le somme pagate in eccesso chiedendo un rimborso oppure compensandole con altri debiti fiscali.
Come chiedere rimborso o compensazione di un credito
Le nuove regole per l’uso corretto dei crediti erariali sono in vigore dal 2024. La gestione è telematica tramite portale dell’Agenzia delle Entrate e modello F24 da inviare online. Una novità importante riguarda i contribuenti con debiti iscritti a ruolo. Se l’importo è superiore a 1.500 euro è vietato compensare crediti fino a quando la posizione non verrà regolarizzata. Significa non poter usare gli importi a credito per altri pagamenti fino all’estinzione del debito.

Inoltre dal 2024 vige una nuova soglia, quella dei 100 mila euro. Con debiti pari o superiori a questo importo non si potranno più usare i crediti in compensazione tranne quelli verso INPS e INAIL. Non solo, l’AdE ha la possibilità di sospendere per 30 giorni l’esecuzione dei modelli F24 se dovesse rilevare dei profili di rischio. In questo periodo il contribuente dovrebbe dare chiarimenti per evitare contestazioni.
Bisogna fare attenzione ad usare i crediti nel modo corretto. Dal 1° settembre è prevista una sanzione del 25% per i crediti esistenti e del 70% per quelli inesistenti.
Eventuali errori nelle compensazioni si potrebbero risolvere con il ravvedimento operoso che prevede sanzioni ridotte di importo variabile in base al momento in cui si correggerà l’irregolarità. Infine, per quanto riguarda i Bonus edilizi è possibile usare i crediti per abbassare le imposte ma non per estinguere debiti iscritti a ruolo.






