Rimanere anni senza la disponibilità di un proprio immobile perché occupato e la Legge non consente di ritornarne subito in possesso con le buone o le cattive maniere. Che tipo di giustizia è questa? Ci pensa la Cassazione a sistemare un po’ la questione con una storica sentenza.
Il problema delle case occupate abusivamente in Italia è molto diffuso. Un fenomeno complesso che scatena numerose discussioni. Gli ultimi dati a disposizione risalgono al 2021 e parlano di 30 mila appartamenti di edilizia residenziale pubblica occupati a livello nazionale più altri 20 mila case di enti privati.
La stima è che negli ultimi 4 anni i numeri siano aumentati considerando che solo a Roma nel 2023 è stata riscontrata una quota di occupazioni illegittime tra il 7 e l’8% delle 30 mila unità solo per gli immobili comunali ATER. Il Decreto Sicurezza è nato proprio per arginare il fenomeno disponendo sgomberi immediati e pene molto severe per chi commette il reato. L’intenzione di accelerare la restituzione delle case ai legittimi proprietari è sottolineata anche dall’ordinanza della Cassazione numero 24053 del 28 agosto 2025.
La Cassazione obbliga lo stato a risarcire i proprietari di case occupate
La Cassazione ha stabilito che la Pubblica Amministrazione non può rinviare l’esecuzione di un ordine di rilascio per bilanciamenti discrezionali o difficoltà organizzative. Secondo l’ordinanza l’obbligo di attuare la disposizione del Giudice è incondizionato ed eventuali rinvii imputabili alla Forza pubblica determinano responsabilità risarcitoria del Ministero dell’Interno (a meno che non ci siano causa di forza maggiore).

Nel caso sottoposto all’attenzione della Cassazione, il Viminale è stato condannato a pagare 183.383,51 euro. Questa la quantificazione del danno causato alla proprietaria dell’immobile per il rinvio dello sgombero. L’importo viene determinato valutando la potenziale locazione perduta. Trenta persone circa avevano invaso un ex capannone industriale nel 2013. L’anno dopo è arrivata l’ordinanza giudiziale di reintegra. Sono seguiti dieci accessi con Ufficiale Giudiziario ma nonostante questo l’esecuzione è stata rimandata più volte.
Scuse banali per situazioni evitabili come l’assenza del medico, tensioni dei manifestanti, rischi per l’ordine pubblico. Solo nel 2018 gli occupanti hanno liberato l’immobile. Secondo i Giudici la responsabilità del ritardo è imputabile alle Forze dell’Ordine. “La condotta omissiva della Forza pubblica integra illecito e obbliga al risarcimento del danno”. C’è solo un margine tecnico su come e quanto intervenire ma poi l’esecuzione dell’ordine del Giudice deve avvenire in tempi ragionevoli. Solo impedimenti oggettivi (non ci sono mezzi per cause esterne non prevedibili ad esempio) possono rinviare lo sgombero.