Chi ha intenzione di cambiare recinzione e cancellata approfittando della detrazione del 50% del Bonus ristrutturazione deve procedere con il pagamento delle spese entro fine anno. Nel 2026, infatti, l’aliquota scenderà al 36%. Questo vale per l’abitazione principale, per le seconde casa è già del 36% e il prossimo anno scenderà al 30%.
Il Governo ha deciso di rendere i Bonus per la casa meno convenienti nonostante le famiglie abbiano bisogno di aiuti per ristrutturare l’immobile ed effettuare interventi per la riqualificazione energetica. La speranza è che possano arrivare agevolazioni o incentivi significativi considerando che è l’Unione Europea che spinge verso la transizione green e ha importo un aumento della classe energetica degli edifici per evitare che l’abitazione perda fino al 40% del suo valore.
Non c’è certezza, però, che questi nuovi aiuti arrivino realmente. Chi ha lavori da sostenere meglio che tenti di agire prima della fine dell’anno in modo tale da approfittare della detrazione maggiore. Il 50% sia per il Bonus ristrutturazione che per l’Ecobonus ma solo per l’abitazione principale. Vi rientrano anche le spese per costruire recinzioni e cancellate.
Guida al Bonus ristrutturazione per recinzioni e cancelli
La costruzione di recinzioni e cancelli a protezione della propria casa comporta una spesa ingente. Fortunatamente l’Agenzia delle Entrate ha ricordato che gli interventi di realizzazione di recinzioni, muri di cinta e cancellate rientrano nel Bonus ristrutturazione essendo lavori di manutenzione straordinaria. Come detto lo sgravio per le spese sostenute nel 2025 sarà del 50% per l’abitazione principale e del 36% per le seconde case.

Nel 2026 e nel 2027 l’aliquota scenderà rispettivamente al 36 e al 30%. Il tetto massimo rimarrà di 96 mila euro per ogni unità immobiliare. Dal 2028, poi, la detrazione scenderà al 30% e il tetto di spesa massimo a 48 mila euro. Così come accade per ogni spesa ammessa al Bonus ristrutturazione, anche per quella legata a recinzioni e cancellate i pagamenti dovranno avvenire con bonifico parlante in cui risulta la causale di versamento con riferimento alla normativa (articolo 16 bis del DPR numero 917/86), il codice fiscale del beneficiario della detrazione e i dati fiscali dell’impresa destinataria del bonifico.
Sia alle Poste che in banca e sull’app bancaria è possibile usare il modello di bonifico predisposto proprio per i Bonus edilizi evitando di commettere errori. Per accedere al Bonus ristrutturazione, poi, serve pure la fattura di chi ha eseguito i lavori. Infine, ricordiamo che la detrazione viene spalmata in dieci anni con rate di pari importo.