Bonus restauro, tutte le novità destinate agli edifici nel triennio 2025-2027

La Legge di Bilancio 2025 ha prorogato il bonus restauro sugli immobili per il triennio 2025, 2026 e 2027, vediamo i dettagli dell'agevolazione fiscale.

Tra le novità riguardanti le agevolazioni per la ristrutturazione degli immobili è stato prorogato il bonus restauro che è un contributo fiscale concesso dal governo italiano per la manutenzione, la protezione e il restauro degli edifici storici. Lo scopo è stimolare i cittadini alla cura e alla conservazione dei beni culturali presenti sul territorio. Vediamo nel dettaglio in cosa consiste, chi può richiederlo e come funziona.

Come funziona il bonus restauro

La Legge di Bilancio 2025 ha confermato e prorogato il cosiddetto “bonus restauro edifici storici” per il triennio 2025-2027, in sostanza si potrà godere un credito di imposta pari al 50% sulle spese sostenute per il restauro di edifici di interesse storico e artistico fino ad un massimo di 200.000 euro.

una facciata con fregi di un edificio restaurato
Come funziona il bonus restauro – designmag.it

Il bonus è connesso direttamente agli edifici storici, presenti in grande quantità nel nostro paese, infatti è stato istituito appositamente il fondo per il restauro per la tutela dei beni culturali. Gli immobili restaurati con il bonus devono essere aperti al pubblico secondo le modalità previste dall’articolo 38, D.Lgs. n. 42/2004.

Rientrano nel contributo fiscale anche gli interventi effettuati per migliorare la sicurezza, la conservazione dell’immobile e per rimuovere le barriere architettoniche.

Chi può richiederlo e chi è escluso

Il bonus restauro è diverso dal bonus ristrutturazione ed è rivolto alle persone fisiche che detengono a qualsiasi titolo immobili di interesse storico e artistico, inclusi proprietari, titolari di diritti reali di godimento e detentori come i comodatari e gli inquilini. Invece non rientrano nel bonus restauro gli immobili dove si esercita una professione, un’arte oppure un’attività d’impresa. Sono quindi esclusi dall’agevolazione i soggetti IRES, società ed enti.

Il credito non è cumulabile con altri contributi o finanziamenti pubblici, né con la detrazione prevista dall’articolo 15, comma 1, lettera g), TUIR, o con il bonus ristrutturazione ordinario. A differenza degli anni scorsi, per il triennio 2025, 2026 e 2027 non è più possibile chiedere l’accesso al credito di imposta.

Come si richiede il bonus restauro

Negli anni scorsi la modalità di richiesta prevedeva l’invio telematico della domanda al Ministero della Cultura entro la fine del mese di febbraio per i lavori effettuati l’anno precedente. Al momento si attendono nuove indicazioni in base alle novità legislative che non sono ancora note.

Presumibilmente la documentazione dovrà comprendere tutti i certificati che attestano l’autorizzazione per eseguire gli interventi per cui si richiede il bonus, l’inizio dei lavori, il costo dell’intervento e la lista di tutti i lavori eseguiti, ognuno con il relativo costo.

L’agevolazione, che consiste dunque in una detrazione IRPEF, sarà concessa in ordine di presentazione delle domande e fino ad esaurimento del massimale stabilito.

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