Chi vive in un appartamento in un palazzo che ospita anche un bar deve sapere come agire qualora gli schiamazzi sfociassero in un vero e proprio disturbo della quiete pubblica. Parliamo di un reato punito dalla normativa italiana. La segnalazione alle Forze dell’Ordine, però, non è sufficiente per risolvere il problema.
In casa propria si ha il diritto di rilassarsi e avere un riposo notturno di qualità. Lo stabilisce anche la Legge italiana e permette di avanzare denuncia contro chi arreca disturbo. Una recente riforma, però, a cambiato la procedura di riconoscimento del reato. Nello specifico il reato di disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone presente nell’articolo 659 del Codice Penale non è più procedibile d’ufficio ma c’è bisogno che la persona offesa presenti una querela per far avviare la macchina della giustizia penale.
Questa modifica interessa chiunque abiti in un appartamento vicino ad un bar o pub dove le persone rimangono a chiacchierare e bere fino a tarda notte. Compito del titolare o gestore del locale è quello di evitare che vengano superati determinati limiti e vengano messe in atto condotte rumorose contrarie alla quiete pubblica. Dovrebbe allontanare clienti molesti, chiassosi richiedendo anche l’intervento dell’Autorità se necessario.
Cosa fare se il bar sotto casa è troppo rumoroso
Il reato di disturbo delle occupazioni e del riposto delle persone riguarda anche la condotta del titolare del locale che non interviene per rispettare la quiete pubblica. I residenti vicini al bar rumoroso prima della riforma Cartabia potevano semplicemente chiamare le Forze dell’Ordine dando modo all’autorità giudiziaria di avviare d’ufficio un procedimento penale contro il titolare/gestore. Ora c’è un ulteriore passo da compiere ossia sporgere formale denuncia.

Per i Giudici i residenti devono presentare querela per avviare il procedimento penale. Nella denuncia dovranno essere specificati i fatti accaduti, i giorni e gli orari in cui si sono verificati i disturbi. Una strada alternativa è quella civilistica (articolo 844 del Codice Civile) che stabilisce come il proprietario di un immobile non possa impedire immissioni di fumo, calore, rumori e simili a condizione che non vengano superati i limiti della normale tollerabilità.
Se si hanno le prove che il limite è stato superato allora si potrà portare il proprietario in giudizio per chiedere che i rumori o le immissioni in generale finiscano. Da una parte l’azione penale punisce la condotta del titolare, dall’altra l’azione civile pone fine al disturbo e compensa il danno subito dai residenti. Questa secondo strada è probabilmente la più efficace per eliminare il disturbo.