Il problema delle auto ferme per mesi nei parcheggi condominiali è sempre più frequente nelle città italiane, dove trovare un posto libero diventa un’impresa quotidiana.
Molti condomini si trovano a fronteggiare situazioni frustranti: veicoli ricoperti di polvere con pneumatici sgonfi, auto sottoposte a fermo amministrativo o addirittura mezzi appartenenti a persone estranee al condominio che occupano indefinitamente spazi preziosi.
La questione non è solo pratica ma anche giuridica, perché rimuovere un’auto da uno spazio privato condominiale non è semplice come potrebbe sembrare. La normativa italiana stabilisce criteri precisi per definire quando un veicolo può considerarsi abbandonato e quali procedure seguire per ottenerne la rimozione senza incorrere in reati.
Quando un’auto diventa legalmente “abbandonata” nel condominio
La legge italiana, attraverso il decreto legislativo 209 del 2003 e diverse sentenze della Cassazione, fornisce parametri chiari per identificare un veicolo fuori uso o abbandonato. Un’automobile viene considerata tale quando il proprietario decide o ha l’obbligo di disfarsene, quando è destinata alla demolizione e priva di targa, o quando si trova in evidente stato di abbandono anche se collocata in area privata.

Gli elementi che fanno presumere l’abbandono includono l’assenza di parti essenziali come volante, portiere o fari, la presenza prolungata nello stesso posto testimoniata da sporcizia accumulata, pneumatici completamente sgonfi, vetri rotti e crescita di vegetazione intorno al veicolo. Dal punto di vista condominiale, l’articolo 1102 del codice civile stabilisce che ogni condomino può utilizzare gli spazi comuni purché non ne alteri la destinazione d’uso e non impedisca agli altri un pari godimento.
Un veicolo abbandonato viola entrambi questi principi: occupa stabilmente uno spazio che dovrebbe essere a rotazione e impedisce agli altri condomini di parcheggiare. Recenti sentenze dei tribunali italiani hanno confermato che lasciare un’auto ferma per oltre tre-sei mesi in pessime condizioni costituisce un abuso delle parti comuni.
Le procedure corrette per la rimozione e gli strumenti a disposizione
La prima azione che l’amministratore deve intraprendere è l’invio di una diffida formale al proprietario del veicolo, individuabile attraverso una visura del PRA. Questa comunicazione deve intimare la rimozione immediata del mezzo indicando un termine preciso e avvertendo delle conseguenze legali in caso di inadempimento.
Se il proprietario non risponde o ignora la diffida, il passo successivo è il ricorso al tribunale per ottenere un’ordinanza che autorizzi la rimozione coattiva. È fondamentale sottolineare che né l’amministratore né i condomini possono autonomamente chiamare il carro attrezzi o rimuovere il veicolo: farlo senza autorizzazione giudiziaria costituisce reato.
Il regolamento condominiale può prevedere sanzioni pecuniarie da 200 a 800 euro per chi viola le norme sull’uso dei parcheggi, come stabilito dall’articolo 70 delle disposizioni attuative del codice civile. Tuttavia, la Cassazione ha chiarito che sono ammissibili esclusivamente multe economiche, non sanzioni come la rimozione diretta. Quando il veicolo è considerato un rifiuto speciale pericoloso perché non bonificato dai liquidi inquinanti, scatta l’obbligo di intervento delle autorità pubbliche competenti. In questi casi il condominio deve segnalare la situazione alla polizia municipale che procederà secondo le normative ambientali.






