Tutti parlano di fiori freschi, ma quelli secchi sono la vera rivoluzione chic: ecco come trasformano anche la casa più spenta

Dimentica l’idea che i fiori secchi siano vecchi o tristi. Se usati bene, diventano un elemento d’arredo raffinato, moderno e facile da gestire.

Per anni sono rimasti ai margini. Relegati a centrotavola impolverati, bomboniere di altri tempi, angoli trascurati che parlavano più di dimenticanza che di gusto. I fiori secchi si portavano dietro quell’idea un po’ triste del passato, qualcosa che non aveva più energia. Poi, silenziosamente, hanno cominciato a tornare. Prima nei concept store di quartiere, poi nei profili delle stylist, infine nelle case. Non più come ricordo romantico, ma come oggetto preciso, scelto.

Non sono più quelli di una volta, e chi li sa usare bene lo capisce al primo sguardo. Perché oggi trasformano l’atmosfera con pochi elementi e senza la fatica del mantenimento. C’è qualcosa nei fiori secchi che funziona perfettamente con il modo in cui oggi viviamo le case. Sono leggeri, silenziosi, ma hanno presenza. Si adattano agli spazi piccoli, non chiedono attenzione continua, si muovono bene tra colori neutri, materiali grezzi, arredi minimali. Ma attenzione, il confine tra poetico e trascurato è sottile. Il trucco per farli sembrare chic (e non tristi) sta tutto nel come si scelgono e nel contesto in cui si mettono.

I fiori secchi non sono più quelli di una volta: il trucco per farli sembrare chic

A differenza dei fiori freschi, che hanno un tempo preciso e spesso impongono il loro ritmo, i secchi si adattano. Sono quasi silenziosi. Ma proprio per questo vanno gestiti con più consapevolezza. Non basta appoggiarli lì e sperare che facciano la loro parte. Devono essere composti, curati, contestualizzati. La libertà che offrono non è una scusa per trascurarli.

Chi li usa bene lo sa: la chiave è l’equilibrio. Vanno scelti per forma, per colore, per consistenza. I toni giusti – sabbia, rosa cipria, beige caldo, verde pallido – funzionano meglio perché non invadono, ma si fondono. E il contenitore conta quanto il fiore. Un vaso sbagliato li rende irrilevanti, uno giusto li esalta. La ceramica opaca, il vetro trasparente ma spesso, la terracotta lavorata a mano: tutto contribuisce all’effetto finale.

fiori secchi
I fiori secchi non sono più quelli di una volta: il trucco per farli sembrare chic – designmag.it

Negli interni nordici, ad esempio, i fiori secchi sono ormai un punto fisso. Si inseriscono perfettamente tra legni chiari, pareti bianche e tessuti naturali. Ma anche in ambienti boho, con i loro intrecci di texture e materiali, trovano spazio. Lo stesso vale per un certo shabby rivisitato, più sobrio, dove non si cerca più l’effetto romantico a tutti i costi, ma un’eleganza un po’ spenta, calibrata. I fiori secchi qui non sono decorazione fine a se stessa.

Funzionano in ogni stanza, ma bisogna saperli dosare. In un ingresso, ad esempio, possono diventare un primo segnale di gusto. Un mazzo alto, in un vaso materico, cambia subito il tono. In salotto, se scelti nelle tonalità giuste e abbinati ad altri oggetti in equilibrio – libri, vasi, candele – creano un angolo vivo, ma rilassato.

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Materiali e abbinamenti che funzionano davvero – designmag.it

Mentre, in camera da letto lavorano meglio se restano discreti: vicino al letto, su un comodino, in una cloche di vetro o una bottiglia bassa. In bagno sorprendono. Basta una bottiglietta in vetro ambrato con tre o quattro steli, e l’effetto spa è immediato. Anche in cucina possono avere senso, soprattutto se si gioca con varietà aromatiche: lavanda, grano, rosmarino.

E poi c’è il lato pratico. Non richiedono cure. Non c’è bisogno di cambiare acqua, tagliare steli, rincorrere la fioritura giusta. Ma non sono oggetti statici. Vanno spolverati, vanno ruotati, ogni tanto anche spostati. Un phon a freddo, un pennello, un gesto veloce bastano. E magari, quando si ha voglia di cambiare, si può giocare con l’altezza, con il vaso, con la posizione.

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