Nel contesto condominiale, la gestione dei dipendenti è spesso un aspetto poco conosciuto, ma fondamentale per garantire il corretto funzionamento della vita comune.
Quando un condominio decide di assumere personale, come un portiere, un addetto alle pulizie o un manutentore, entra a tutti gli effetti nel ruolo di datore di lavoro, con precisi doveri amministrativi e fiscali da rispettare.
Tra questi rientra anche il trattamento economico previsto al termine del rapporto di lavoro, una somma che deve essere gestita con attenzione e trasparenza. Molti amministratori e condomini ignorano però che, in caso di omissioni o irregolarità, possono sorgere conseguenze anche gravi, sia dal punto di vista economico che legale.
Obbligo del TFR nel condominio e modalità di accantonamento
Quando un condominio assume personale come portieri, addetti alle pulizie o manutentori, assume anche il ruolo di datore di lavoro a tutti gli effetti, con l’obbligo di rispettare le norme in materia di lavoro e previdenza. Tra queste, una delle più importanti è l’accantonamento del Trattamento di Fine Rapporto (TFR), una somma che il dipendente matura ogni anno e che gli spetta alla cessazione del rapporto lavorativo.
Il TFR rappresenta una forma di risparmio forzato a tutela del lavoratore, e il condominio è tenuto a garantirlo senza eccezioni. L’importo deve essere accantonato progressivamente, di solito attraverso la creazione di un fondo specifico approvato dall’assemblea condominiale, separato dalle altre spese di gestione.

Questo fondo, detto “fondo TFR”, serve a garantire la disponibilità economica necessaria quando il rapporto di lavoro termina. In caso di mancato accantonamento, il dipendente può rivolgersi al giudice del lavoro per ottenere quanto dovuto, e la responsabilità può ricadere anche sull’amministratore, se non ha vigilato correttamente. Tale negligenza può essere considerata una violazione dei doveri gestionali e comportare conseguenze civili o patrimoniali per il condominio stesso.