Di Sergio Romeo | 18 Gennaio 2012
I mobili in legno del brand Pirwi sono da tener d’occhio, il suo segreto sta nella giusta combinazione di processi diversi, con diversi livelli di automazione. Questo permette di produrre a prezzi equi, con un alto grado di assistenza individuale, con processi in cui la precisione assoluta è calcolata da una macchina computerizzata, essenziale per raggiungere gli obiettivi di tempo e di efficienza altrimenti irraggiungibile con i mezzi tradizionali. I materiali sono certificatamente atossici, riciclabili o facilmente biodegradabili e con un ingombro complessivo basso.
Si può parlare di un ecodesign che inizia prima che la loro fabbricazione: dalle fasi ideazione, mano nella mano con i progettisti, possiamo definire e sviluppare strategie per creare prodotti sostenibili e processi produttivi.
Tra i prodotti Pirwi c’è la famiglia SP, composta da contenitori, divani e credenze, le gambe dispongono su due assi che offrono un’estrema stabilità e forza. Sono disponibili porte scorrevoli in vetro colorato o in multistrato di betulla, porte a battente o cassetti.
Sak invece è il risultato di un esercizio di progettazione di tre designer: uno messicano e due finlandesi, ne deriva una libreria che è assemblata con 12 pezzi identici, senza alcun collante per un mobile che cresce nelle tre dimensioni.
Maroma, del giovane designer Daniel Romero, è un contenitore modulare che si compone di tre forme quasi cubiche attaccate le una alle altre in maniera da poter ruotare e permettere una sistemazione molto versatile. Ispirato a un tradizionale gioco messicano, questo movimento risulta sorprendente e permette all’utente di unire tra loro più modili, per ottenere una configurazione originale, adatta alle proprie esigenze.
Parole di Sergio Romeo
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