Le parti comuni di un condominio sono disciplinate da una rigida normativa che tutti i condomini devono rispettare. Il rischio di un’installazione illegale e non autorizzata delle telecamere è di aver speso soldi inutilmente perché i dispositivi dovranno essere rimossi.
La sicurezza della propria famiglia è una priorità. Considerando come la violenza sia diventata dilagante in Italia è normale che i cittadini vogliano tutelarsi e cercare di proteggere la propria abitazione. In casa si può agire mettendo le grate alle finestre, una porta blindata, un sistema di allarme, il videocitofono che garantiscono una maggiore sicurezza fungendo da deterrenti per i ladri.
A livello condominiale si può pensare di sostituire il classico e vecchio portone con un portone blindato e di installare delle telecamere nella zona dei garage, spesso buia e poco frequentata. Può rappresentare un pericolo che i condomini non devono sottovalutare. Nessuno, però, è autorizzato ad agire in autonomia nelle zone comuni dell’edificio. Servirà la delibera dell’assemblea condominiale con il consenso della maggioranza degli intervenuti a condizione che corrispondano almeno alla metà del valore dell’edificio (500 millesimi).
Cosa sapere prima di installare le telecamere in garage condominiale
La videosorveglianza incide sul diritto alla privacy dei condomini e di conseguenza serve la delibera condominiale per installare le telecamere in una zona comune. Non solo, tale installazione dovrà essere giustificata dal legittimo interesse alla protezione della sicurezza di beni e persone per poter essere considerata legale. Il diritto alla sicurezza, poi, dovrà essere in equilibrio con la libertà degli individui che circolano nel garage.

Ecco perché sono stati fissati limiti e condizioni per la videosorveglianza. Primo punto è la redazione della DPIA, Valutazione d’Impatto sulla Protezione dei Dati, contenente la descrizione del sistema di telecamere, la valutazione dei rischi per la privacy, l’individuazione di misure per ridurre tali rischi, la dimostrazione dell’interesse legittimo.
Dovranno essere esposti, poi, cartelli che indicano la videosorveglianza dell’area, il titolare del trattamento dei dati e i suoi contatti, lo scopo delle telecamere, come esercitare i propri diritti e il tempo di conservazione delle immagini (massimo 7 giorni). In più è vietata la ripresa di posti auto privati, ingresso delle case, spazi di pertinenza esclusiva di un condomino. Se le disposizioni indicate non dovessero essere rispettate allora il condominio rischia sanzioni amministrative e richieste di risarcimento danni da chi ha sentito la propria privacy violata per la presenza invasiva delle telecamere.