Cambiare casa è sempre un’avventura: scatoloni che non finiscono mai, mobili che sembrano più grandi della porta, il vicino curioso che sbircia dal balcone. In mezzo a questo caos c’è un dettaglio che molti sottovalutano, salvo poi ritrovarsi al freddo o senza corrente proprio il primo giorno: la gestione delle utenze.
Luce e gas non sono argomenti emozionanti, lo sappiamo, ma se affrontati con leggerezza rischiano di rovinare la magia del trasloco. Perché c’è poco da festeggiare quando, dopo ore a montare mobili, provi ad accendere la luce e ti accorgi che il contatore è ancora chiuso.
Voltura, subentro e allaccio: la giungla delle pratiche spiegata semplice
I tre termini che spaventano chiunque cambi casa sono sempre gli stessi: voltura, subentro e allaccio. Sembrano sinonimi, ma non lo sono affatto. La voltura è la più semplice: il contatore funziona già e si tratta solo di cambiare il nome sull’intestazione. Il subentro invece serve se il contatore è stato chiuso: qui bisogna riattivarlo e firmare un nuovo contratto. L’allaccio è il caso estremo, quello delle nuove costruzioni o delle abitazioni mai collegate alla rete: significa installare un contatore da zero. Capire in quale casistica rientri è il primo passo per non impazzire.
E qui arrivano i tempi, che spesso non coincidono con la nostra ansia di sistemare tutto subito. ARERA ha stabilito delle finestre precise: per la voltura bastano circa 4 giorni lavorativi se i documenti sono in ordine, mentre il subentro richiede più pazienza, fino a una settimana per la luce e una dozzina di giorni per il gas, che spesso necessita di verifiche tecniche o sopralluoghi. Per l’allaccio, invece, dipende: se sei fortunato e la rete arriva già davanti a casa tua, i tempi sono “solo” qualche settimana, altrimenti possono allungarsi parecchio.

Qui la sorpresa è meno piacevole. La voltura ha costi relativamente contenuti, tra i 23 e i 50 euro più IVA. Il subentro invece varia tra 30 e 70 euro, con il gas che a volte si porta dietro oneri extra. Poi ci sono i depositi cauzionali, richiesti soprattutto da certi fornitori, che possono far lievitare il conto iniziale. In ogni caso non parliamo di cifre astronomiche, ma sempre di spese che è meglio mettere in conto, perché sentirsi dire al telefono “manca il pagamento della pratica” quando sei già sotto stress da trasloco non è proprio l’ideale.
Per evitare rallentamenti basta avere tutto pronto: codice fiscale, documento di identità, POD o PDR, lettura aggiornata del contatore e magari la domiciliazione bancaria già impostata. Eppure gli errori più banali sono dietro l’angolo: chiedere una voltura quando in realtà serve un subentro, inviare letture sbagliate, dimenticare un codice fondamentale.
La buona notizia? Se il distributore non rispetta i tempi stabiliti, ARERA prevede indennizzi automatici. Piccole cifre, certo, ma è un diritto che vale la pena conoscere: 35 euro se il ritardo raddoppia i tempi, fino a 105 euro se si va oltre il triplo.
Traslocare è già abbastanza faticoso, almeno sulle utenze conviene giocare d’anticipo: una telefonata al fornitore fatta per tempo può evitarti un inizio al buio.