La TARI è una tassa che toglie centinaia di euro ai cittadini. L’importo è talmente alto che deve essere diviso a rate per permettere ai contribuenti il pagamento senza rischio di insolvenza e anche con la dilazione le difficoltà non sono poche. Nel 2026 c’è chi potrà tirare un sospiro di sollievo.
La TARI è una delle tante tasse che gli italiani pagano. Si deve corrisponde per finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti e sono tenuti al pagamento tutti coloro che detengono a qualsiasi titolo un locale o area scoperta in cui si producono rifiuti.
L’importo medio è di 350 euro circa a famiglia ma varia notevolmente in base alla città di residenza e al numero dei componenti del nucleo familiare. In alcuni capoluoghi di Provincia raggiunge anche i 600 euro l’anno. Strano a crederci ma nella top ten delle città più care sono ben cinque i Comuni del Mezzogiorno. A Pisa, infatti, seguono Brindisi e Trapani. Dal sesto al nono posto poi troviamo Napoli, Reggio Calabria, Barletta e Siracusa. Chi potrà ridurre la spesa nel 2026?
I requisiti per ottenere lo sconto TARI
Lo sconto TARI 2026 è dedicato alle famiglie in difficoltà economica. Si tratta di un Bonus parallelo a quello per le bollette di luce, gas e acqua. Il limite ISEE, infatti, è lo stesso ossia 9.530 euro. La stima è di circa 4 milioni di famiglie che riceveranno l’aiuto il prossimo anno. Non ci sarà bisogno di fare domanda – altra similitudine con il Bonus bollette – perché lo sconto scatterà in automatico.

Condizione necessaria è avere un ISEE in corso di validità. Il limite sale a 20 mila euro per le famiglie con minimo 4 figli. A definire le modalità operative della misura la delibera numero 355/2025/R/Rif ARERA. Lo sconto applicato sarà del 25% sulla TARI nella prima rata utile della fattura entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di riferimento.
Qualora non sia possibile applicare la riduzione con questa modalità allora l’importo corrispondente verrà erogato con rimessa diretta tracciabile al beneficiario. In alternativa si procederà con un bonifico se l’utenza è cessata. Una puntualizzazione, dato che il Bonus si riferisce all’annualità attuale per verificare il limite ISEE si terrà conto dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente del 2025.
Chi non ha ancora proceduto con la presentazione del DSU, dunque, meglio lo faccia il prima possibile. Se hai qualsiasi tipo di dubbio chiedi sempre al Caf che segue le tue pratiche o al commercialista.