Rimborso del canone di affitto: ecco quando è possibile richiedere il risarcimento

Non tutti lo sanno, ma è possibile chiedere il rimborso del canone di affitto: quali sono i requisiti per avere indietro l’importo versato al locatore.

Il canone di affitto è l’importo mensile che l’inquilino paga al proprietario dell’immobile per usufruirne. Si stabilisce nei termini del contratto di locazione, che può essere però aggiornato sulla base degli indici ISTAT. Vige inoltre un’autonomia contrattuale che consente a entrambe le parti – dunque conduttore e locatore – di stabilire la cifra da versare. Il medesimo discorso vale per le tempistiche: il canone si può pagare con importo mensile, trimestrale o semestrale.

Questa fase è importantissima poiché consente al futuro intestatario della residenza di evitare lo sfratto per morosità, ovverosia del ritardo dell’adempimento degli obblighi imposti dal contratto di locazione. Il canone copre anche i costi della manutenzione straordinaria e dell’Imposta municipale unica (Imu). Questa pratica è comunemente nota, tuttavia in pochi sanno che è possibile chiedere il rimborso dell’affitto versato al locatore. Ovviamente laddove si presentino circostanze specifiche.

Quando il locatore è tenuto a restituire l’importo del canone di affitto

L’inquilino può richiedere il rimborso del canone di affitto qualora il contratto di locazione risulti nullo o violato. E quanto succede questo? La legge è chiara:

  • problematiche non dichiarate: se l’immobile presenta dei disagi che lo rendono inabitabile e il locatore non palesa eventuali problematiche all’affittuario in fase di contratto, quest’ultimo può richiedere il rimborso del canone di affitto, diffidando il proprietario del locale. È importante però documentare suddette problematiche con video e foto esaustive;
Persona fa firmare un contratto, ha in mano una casa in miniatura
Quando il locatore è tenuto a restituire l’importo del canone di affitto – designmag.it
  • canone in rialzo ingiustificato: il locatore non può chiedere un importo superiore a quanto stabilito in fase contrattuale, a meno che non si tratti di un adeguamento agli indici ISTAT. Questo vale anche nel caso in cui il proprietario si giustifichi sostenendo di voler apportare delle migliorie. Sostanzialmente, onde evitare inganni e forme velate di estorsione, è importante tenere a mente che nulla di ciò che non viene espressamente indicato nel contratto di locazione deve essere pagato dall’affittuario;
  • contratto di affitto non registrato: un contratto che possa definirsi “formalizzato” deve essere registrato all’Agenzia delle Entrate. Qualora l’inquilino dovesse scoprire che il suo contratto di locazione – in questi termini – non esiste, può chiedere il rimborso al locatore di tutti gli affitti versati. Un contratto non registrato infatti è da ritenersi, in tutti i casi, nullo o privo di effetti. Anche se l’inquilino ha usufruito dell’appartamento.
Gestione cookie