Quadri di design: Canvas by Yoy, quando l'arte si trasforma in arredo

Canvas by Yoy, gli innovativi quadri di design, vere e proprie sedute create dai designer Naoki Ono e Yuki Yamamoto

Definirli quadri di design è un po’ riduttivo. In effetti la collezione Canvas by Yoy stupisce per originalità e talento artistico. I designer Naoki Ono e Yuki Yamamoto dello studio giapponese YOY hanno disegnato e realizzato un interessante sistema di sedute, che a primo acchito sembrano solo delle tele moderne. Presentata al Salone Satellite di Milano, la collezione Canvas ha catturato l’attenzione di visitatori ed esperti di design.

Tre modelli unici, la sedia, la poltrona e un divano a due posti. Stampe in bianco e nero raffiguranti pezzi d’arredamento in stile barocco, che nascondono delle vere e proprie sedute, sinomino di comfort e innovazione. Prodotti di grande arredo, ma al tempo stesso funzionali e confortevoli, in grado di soddisfare ogni esigenza.

Con Canvas, infatti, l’arte diventa protagonista, ma al tempo stesso si trasforma in soluzioni da vivere quotidianamente. Il telaio di questi quadri, realizzato in legno e alluminio, è coperto da un tessuto elastico in grando di sopportare il peso di una persona. Viene da chiedersi, però, che tipo di stabilità possa avere una poltrona o una sedia appoggiata ad una parete, per di più ‘ricavata’ all’interno di un quadro. Sicuramente i due artisti giapponesi avranno pensato anche a questo, assicurando a chi decide di provare questi bizzarri oggetti di design, sicurezza e affidabilità. Insomma sedersi in un quadro è un’esperienza da provare.

I designer giapponesi ci hanno un po’ abituati a questo tipo di innovazioni. Erano stati loro a creare Peel, la lampada da parete come angolo di muro ‘che si sfoglia’ lasciando passare la luce.

Lo studio YOY, aperto a Tokio nel 2011, nasce proprio con l’obiettivo di impostare nuove relazioni tra le persone e gli oggetti, rivoluzionando consuetudine e quotidianità in maniera originale e poetica. Concentrati su oggetti semplici, infatti, Naoki Ono e Yuki Yamamoto, riescono a reinventarli, elevandoli quasi a manifesti filosofici.