Piante grasse: non è vero che non hanno bisogno di niente in inverno. Come difenderle secondo il vivaista.

Le piante grasse non sono tutte uguali: l’inverno mette alla prova soprattutto le specie tropicali che temono il freddo e l’umidità. Un vivaista spiega come proteggerle davvero.

Mi sono accorta negli anni che le piante grasse hanno un’aura particolare, quasi un’aura da supereroi botanici. Per molti sono indistruttibili, quelle che puoi dimenticare sul davanzale mentre fuori nevica e poi ritrovare identiche a marzo. Anche io per molto tempo ci ho creduto. Pensavo che il loro segreto fosse tutto lì: non bagnarle troppo e lasciarle in pace. Poi è arrivata una visita in un vivaio che mi ha totalmente ribaltato la prospettiva. Il vivaista, con quella pazienza da persona che ne ha viste tante, mi ha raccontato che l’inverno è la stagione in cui più piante grasse soffrono, si ammalano, marciscono.

La rivelazione più sorprendente è arrivata quando mi ha spiegato la distinzione che cambia tutto, quella che non avevo mai considerato. Esistono piante grasse tropicali e piante grasse rustiche. Le prime non conoscono il freddo e lo temono in modo feroce; le seconde convivono con temperature che scendono molto sotto lo zero. Questa semplice informazione mi ha fatto riconsiderare completamente il modo in cui le tratto nei mesi freddi. Da quando ho iniziato a osservare da dove provengono le mie piante e come reagiscono all’abbassarsi delle temperature, ho smesso di perderne metà ogni inverno.

La lezione del vivaista sulle piante grasse: chi può restare fuori e chi deve entrare

Le piante grasse non formano una categoria uniforme. Non condividono le stesse temperature, non nascono negli stessi ambienti e non reagiscono allo stesso modo all’inverno. Molte delle succulente che teniamo in appartamento provengono da zone tropicali, dove il freddo semplicemente non esiste. Altre invece vengono da altipiani aridi, dove il sole è forte ma le notti scendono gelide.

Questo significa che una pianta può iniziare a soffrire già a 8 gradi, mentre un’altra può sopravvivere serena con il ghiaccio sul terreno. Il vivaista divide sempre le sue piante in tropicali e rustiche ed è da quel momento che ho capito quanto sia fuorviante l’idea che essendo grasse, vanno tutte trattate allo stesso modo.

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La lezione del vivaista sulle piante grasse: chi può restare fuori e chi deve entrare – designmag.it

Parlando delle tropicali mi ha fatto quasi sorridere, perché sono proprio le piante che molti di noi tengono in salotto: echeveria, crassula, haworthia, aloe, sedum più delicati. Hanno bisogno di luce ma non sopportano temperature basse. Il problema non è soltanto il freddo, ma quel mix micidiale tra freddo e umidità che può far marcire la base già in pochi giorni.

Portarle dentro casa non è sempre sufficiente, perché se restano a contatto con un vetro gelido o su un davanzale che prende correnti, la radice si raffredda troppo. Lui mi ha fatto notare che il punto migliore è sempre quello luminoso ma non esposto al muro freddo. Il terriccio va toccato appena, una volta al mese, perché in inverno vanno in pausa vegetativa e assorbono pochissima acqua.

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Le tropicali e il loro rapporto complicato con l’inverno – designmag.it

La sorpresa più grande è stata scoprire quanto alcune piante grasse stiano bene all’aperto anche quando fa molto freddo. Le opuntie rustiche, molti sedum, i sempervivum e alcune agavi sembrano nate per affrontare l’inverno. Il vivaista le chiama scherzosamente “le succulente che amano il freddo” perché hanno un rapporto molto più sereno con le basse temperature di quanto si creda. Per loro è più pericolosa l’acqua del gelo. Preferiscono restare all’asciutto, magari sotto una tettoia, protette dalla pioggia diretta ma comunque all’aria aperta.

L’informazione che cambia tutto è questa: non è il freddo che uccide le piante grasse, ma l’umidità fredda. Il terriccio che resta bagnato quando la temperatura scende crea le condizioni perfette per il marciume. Ed è un marciume rapidissimo, che parte dalla base e si diffonde come una macchia scura. Le foglie diventano molli, traslucide, come se fossero state lessate. Lui mi ha detto che se il clima è molto umido, è meglio un punto più freddo ma asciutto che un punto tiepido e umido. Le grasse tollerano qualche grado in meno, ma non sopportano radici fredde e bagnate.

donna con piante grasse
Il vero nemico: l’umidità fredda – designmag.it

Alla fine, quello che ho imparato è che la posizione è la cosa più importante. Una pianta grassa che passa l’inverno in un punto molto luminoso, lontano dal vetro gelido, sollevata dal pavimento e in un sottovaso che non trattiene acqua ha già metà del lavoro fatto. Moltissime persone sbagliano dando “un goccio” per non farla seccare. Il vivaista dice che in inverno è quasi meglio dimenticarle che preoccuparsi troppo. Un accorgimento che mi ha sorpreso è quello di ruotare ogni tanto il vaso, perché la mancanza di sole invernale spinge le piante a protendersi verso la luce, allungandosi e sfilandosi.

Alla fine, il mito delle piante grasse indistruttibili è proprio questo: un mito. Resistono tanto, ma non a tutto. L’inverno è il momento in cui hanno bisogno di un minimo di attenzione mirata, niente di complicato, solo qualche accortezza che rispetta la loro origine. Capire da dove vengono e come reagiscono al freddo è la chiave che fa la differenza.

E quando a marzo iniziano a riprendersi con quella lentezza elegante, ci si rende conto che bastava davvero poco per farle arrivare in perfetta salute alla primavera.

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