Pericolo per chi ha installato una stufa a pellet: se commetti questo errore rischi una multa da 3000 euro

Avere una stufa a pellet in casa può sembrare una scelta perfetta: scalda in modo uniforme, consuma poco e dona all’ambiente un’atmosfera accogliente.

Tuttavia, non tutti sanno che, dietro l’apparente semplicità di utilizzo, ci sono regole e accorgimenti fondamentali da rispettare. In alcuni casi, una piccola disattenzione può trasformarsi in un errore costoso, con conseguenze che pochi immaginano.

Negli ultimi anni, infatti, le normative legate all’uso di questi impianti si sono fatte più precise, anche per tutelare l’ambiente e la sicurezza domestica. Capire come gestire correttamente l’installazione e l’uso della stufa non è solo una questione tecnica, ma anche di responsabilità.

L’errore che può costare caro: installazione e mancata certificazione

Uno degli errori più frequenti è installare una stufa a pellet senza assicurarsi che l’impianto rispetti le normative locali e nazionali riguardanti emissioni e sicurezza. In Italia, l’installazione di generatori a biomassa, come stufe e camini, è regolata da leggi precise che prevedono requisiti tecnici specifici, classificazioni delle prestazioni e verifiche periodiche.

Alcune regioni vietano l’uso di apparecchi a basse prestazioni emissive: i generatori con classi inferiori (0, 1 o 2 stelle) possono essere considerati non conformi e troppo inquinanti. Se al momento dell’installazione non viene presentata la documentazione necessaria, certificazioni, dichiarazioni di conformità o registrazione presso il catasto degli impianti termici,  si rischiano sanzioni amministrative che possono arrivare fino a 3.000 euro, con punizioni ancora più severe in alcune regioni del Nord.

Una persona che pulisce la propria stufa a pellet
L’errore che può costare caro: installazione e mancata certificazione – designmag.it

Non è solo l’installatore a essere responsabile: anche il proprietario o chi gestisce l’impianto deve garantire manutenzione, controlli e aggiornamenti. Rispettare le norme non è facoltativo, ma l’unico modo per evitare multe salate e problemi legali.

Come mettersi in regola e quali verifiche fare

Prima di utilizzare una stufa a pellet, è essenziale accertarsi che l’impianto sia conforme alle normative vigenti nella propria regione. Un primo passo consiste nel controllare la classe emissiva dichiarata dal produttore: in molte zone, la stufa deve avere almeno 3 o 4 stelle per essere considerata sicura e a norma. In alcune regioni del Nord, come Lombardia o Veneto, l’obbligo minimo è addirittura 4 stelle.

È altrettanto importante richiedere all’installatore la dichiarazione di conformità, che spesso va depositata presso il Comune o l’ente regionale competente, e registrare l’impianto al Catasto degli Impianti Termici locale, se previsto.

La manutenzione regolare è un altro punto chiave: pulizia, controllo dei fumi e verifica della canna fumaria devono rispettare le norme UNI e CEI. Se questi interventi non vengono effettuati, il proprietario rischia sanzioni fino a 3.000 euro, mentre l’installatore può incorrere in multe ancora più elevate.

Conservare tutta la documentazione aggiornata — certificati, libretti e rapporti di verifica — è fondamentale per dimostrare il rispetto delle regole e prevenire multe.
Prevenire con attenzione è sempre più sicuro e conveniente che dover affrontare sanzioni salate.

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