L’idea di portare un po’ di atmosfera marina in città può sembrare banale, ma chi vive in appartamento lo sa bene: d’estate, un terrazzo ben arredato può diventare il rifugio migliore. Il problema è che lo stile marinaresco per come lo conoscevamo non funziona più. Troppo forzato, troppo tematico, troppo simile a una vetrina di souvenir. Le conchiglie, le ancore decorative, le scritte “welcome on board” appese ai muri non hanno più lo stesso fascino di un tempo.
Lo stile costiero oggi è diventato qualcosa di più sottile, si rifà alle case mediterranee con arredi in fibre naturali, palette tenui e giochi di luce che fanno dimenticare che si è ancora in città. Chi ha un terrazzo, piccolo o grande che sia, può trasformarlo in un angolo personale che ricorda le isole greche, la riviera ligure o le masserie pugliesi, senza usare nemmeno una riga blu. Basta cambiare punto di vista. Non si tratta di copiare ambientazioni, ma di ricreare sensazioni: freschezza, relax, semplicità. Il mare, dopotutto, è anche una questione di atmosfera.
Il nuovo stile coastal è raffinato, rilassante e senza conchiglie
Si parte da una seduta in rattan o bambù, magari accostata a cuscini in lino grezzo o cotone canvas, cambia da sola la percezione dello spazio. Il legno chiaro, lasciato imperfetto, si integra bene con tappeti in juta o polipropilene effetto tessuto. Tutti elementi facilmente reperibili e adatti anche agli esterni. A quel punto, l’atmosfera si costruisce in modo intuitivo: si fa attenzione a non sovraccaricare, si scelgono pochi pezzi mirati, si lavora per togliere, più che per aggiungere.
La luce è l’elemento più sottovalutato ma decisivo. Una lanterna con una candela vera, una ghirlanda di piccole luci calde appesa a un parapetto, un faretto solare tra le piante: bastano per cambiare tutto. Le luci fredde, che siano da esterno o da interni, rendono tutto piatto. Il colore della luce, più del colore degli oggetti, determina la percezione dello spazio. Se sembra un dettaglio secondario, è solo perché spesso si prova a coprire con il colore ciò che la luce sbaglia.

Un altro punto interessante è il modo in cui gli oggetti si combinano senza bisogno di motivi evidenti. La palette giusta parte dai colori naturali: beige, sabbia, bianco panna, un verde polveroso o un azzurro slavato. Le fantasie, se ci sono, restano sullo sfondo: righe sottili, intrecci, trame di tessuto. Anche un vaso in terracotta o un vassoio in ceramica grezza può dare il tocco giusto, se scelto con attenzione. La regola è una sola: ogni pezzo deve sembrare che sia lì da sempre, non appena comprato per fare scena.
Poi ci sono gli errori che fanno perdere subito il filo. I messaggi stampati, le scritte ironiche da spiaggia, le finte reti o le stelle marine appese al muro stonano. Anche materiali plastici o troppo lucidi rompono la sensazione di continuità con la natura. Lo stesso vale per i colori forti o brillanti: il terrazzo estivo non è un set, è uno spazio dove poter stare comodi, possibilmente a piedi nudi. E quando l’ambiente ci riesce, basta una sedia di legno e un libro per sentirsi davvero altrove.
Quello che funziona oggi non è tanto la coerenza tematica, quanto la sensazione che il terrazzo sia vivo, anche solo con una pianta di rosmarino o un vaso di lavanda. Lo stile marinaresco, così come lo intendiamo adesso, è una forma di leggerezza che passa per la materia, il profumo, la luce. Il mare è lontano, ma la sensazione può arrivare lo stesso.