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[galleria id=”3653″]All’ultimo Salone del Mobile, il marchio italiano Magis, oltre a una nutritissima collezione 2011, ha presentato molti prototipi interessanti. Uno di questi viene definito dal designer che lo ha realizzato, Alessandro Mendini, come “Un paradosso che si realizza”. Stiamo parlando dell’ultima versione di un’icona indiscussa del design italiano, quella poltrona Proust ideata nel 1978 con studio Alchimia come opera di re-design, partendo da una romantica poltrona barocca sulla quale pennellare a mano infiniti punti policromi. Da allora la poltrona Proust è stata declinata in molteplici varianti di colore, forme e materiali, persino in bronzo e in ceramica, ha viaggiato in tutto il mondo ed è passata per tanti musei.

Adesso viene compiuto un altro passo grazie al fatto che, solo dopo una lunga carriera l’architetto Alessandro Mendini, direttore delle principali testate storiche di design, ha incontrato una delle aziende più foriere di ricerca espressiva.
 
Eugenio Perazza, fondatore di Magis, sottolinea un aspetto importante riguardo alla celeberrima Proust di Mendini: “nonostante tutti la conosciamo perché in molti musei e pubblicata nei volumi di storia del design, pochissimi l’hanno toccata e ancor meno usata”.
 
Da questo assunto è nata la seduta Magis Proust realizzata in stampo rotazionale per l’ultima tappa del suo viaggio di trasformazione che la fa diventare un gioiello tecnico e produttivo, un oggetto senza tempo carico di “una nuova energia di colori e atmosfere“.
 
Questo prototipo contribuisce a definire Proust come un opera di “re-design”, cioè un prodotto di design senza tempo.

Sergio Romeo

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