Quando la tavola è pronta, il cibo in forno e tutti si sono preparati, c’è quell’attimo di calma prima del caos, nel quale inevitabilmente si prepara il bilancio dell’anno appena trascorso. Si passano in rassegna i momenti buoni e quelli meno, si pensa ai buoni propositi che verranno e soprattutto si pensa al fatto che si vorrebbe un po’ di fortuna, quel tanto che basta per stare tranquilli.
Secondo antiche filosofie come il Feng Shui, la fortuna non è un ospite che bussa per caso: ha bisogno di spazio, di una direzione chiara e, soprattutto, di movimento. Per accoglierla sotto il miglior auspicio, non serve rimettersi ai fornelli o intraprendere pulizie last minute. Basta un piccolo gesto, uno “spostamento consapevole” che richiede pochi secondi, ma che agisce come un ponte tra l’anno che si chiude e il potenziale infinito di quello che sta per iniziare.
Il rito della soglia: libera il passaggio
Pensate ad esempio all’ingresso. Magari c’è un mucchio di scarpe lasciate lì “tanto le sistemo dopo”, la borsa della spesa ancora da svuotare, un pacco consegnato il giorno prima. È normale, tutti gli ingressi vivono così. Eppure, nell’ottica del Feng Shui, la soglia è molto più di un punto fisico: è la “bocca” della casa, il primo filtro attraverso cui passa l’energia nuova.

Spostare anche solo un oggetto ingombrante significa togliere un ostacolo simbolico. La fortuna del 2026 non inciampa, non si ferma, non rimbalza all’indietro, ma le permetti di entrare con fluidità, come un ospite atteso al quale apri la porta con un piccolo gesto di riguardo.
La regola delle “27 cose” (versione lampo)
Se senti che l’aria è un po’ pesante o stagnante, c’è un trucco antichissimo ( oltre ad aprire le finestre) che non richiede sforzo: sposta 27 piccoli oggetti. Non devi rivoluzionare la casa, basta muoverli di qualche centimetro. Libri, soprammobili, una piccola pianta, una cornice. In molte pratiche orientali, questo gesto rompe la stasi e riattiva la circolazione dell’energia. È un modo rapido per “risvegliare” la casa, senza trasformare il pomeriggio del 31 dicembre in un trasloco. È il movimento che conta, non la destinazione.
Sono dei gesti semplici che non costano nulla e che se anche non funzionano o se si è scettici, ci donano quella speranza che sicuramente serve di questi tempi. Qualcuno direbbe “proviamole tutte”.
La cucina e il simbolo dell’abbondanza
Ogni anno nuovo porta con sé un desiderio comune: salute, serenità, abbondanza. Nel linguaggio simbolico della casa, la cucina è il cuore che governa questi elementi.
Ecco perché basta spostare il cesto della frutta o un vaso di fiori in un punto centrale, preferibilmente dove arriva la luce. Frutta e fiori sono percepiti come elementi vivi, generosi, sempre in crescita. Collocarli al centro della scena diventa un messaggio chiaro: qui l’abbondanza è invitata a fermarsi. È un dettaglio minuscolo, ma nel rituale di capodanno i dettagli non sono mai solo dettagli.
Il gesto scaramantico: orienta lo specchio
Se hai uno specchio portatile o un piccolo oggetto riflettente, osserva come è posizionato. In molte tradizioni si dice che la fortuna, entrando e vedendo la propria immagine rivolta di nuovo verso l’uscita, tenda a “scappare”. Basta orientarlo altrove, verso un’immagine più accogliente: la tavola imbandita, un angolo caldo della casa, un punto luce. Lo specchio non è solo un oggetto: è un amplificatore. Riflette ciò che riceve, raddoppia ciò che vede. Meglio che replichi la ricchezza, non la fuga.
Conclusione: un brindisi alla tua nuova casa
Spostare un oggetto può sembrare un gesto minimo, quasi inutile. Eppure è un modo per comunicare con te stesso: “Sono pronto al cambiamento”. È la casa che si allinea a un’intenzione nuova, e tu con lei. Ora che ogni cosa è al suo posto o semplicemente un po’ diversa da prima, spegni le luci superflue, accendi le candele e lascia che la sera faccia il resto. Il nuovo anno sta arrivando: che entri dalla porta principale, senza inciampi.






