Lite dell’affittuario con i vicini, cosa può fare il proprietario di casa: in questi casi può mandarlo via a costo 0

Comportamenti molesti dell'inquilino? Il codice civile tutela anche i vicini di casa.

Quando si stipula un contratto di locazione, l’attenzione si concentra quasi esclusivamente su aspetti economici e materiali, come il canone, le spese condominiali e la manutenzione ordinaria. Tuttavia, quello che in pochi considerano è che tra gli obblighi previsti per l’inquilino, ne esistono alcuni meno noti ma fondamentali per garantire la convivenza civile all’interno del condominio.

Lo stesso codice civile interviene per imporre al conduttore di utilizzare l’immobile con diligenza, evitando qualsiasi comportamento che possa in qualche modo disturbare i vicini. In particolar modo l’articolo 1586, ribadito anche dalla Corte di Cassazione, riconosce al proprietario la possibilità di agire legalmente contro l’inquilino inadempiente, fino alla risoluzione del contratto.

Cosa dice la legge quando l’inquilino molesta i vicini

Quando si abita in un condominio è importante mantenere buoni rapporti con il vicinato. Quella che potrebbe sembrare una banale lite tra vicini potrebbe avere dei gravi risvolti, sopratutto se si sfocia in comportamenti aggressivi, minacciosi o ripetutamente molesti.

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Cosa dice la legge quando l’inquilino molesta i vicini – designmag.it

Nell’ordinanza n. 22860 del 20 ottobre 2020, la Suprema Corte ha confermato lo scioglimento del contratto di locazione richiesto da un proprietario, a causa di atti lesivi della normale convivenza da parte dell’inquilina. Affermando così il diritto del proprietario di agire contro l’inquilino che mette in atto comportamenti contrari alla pacifica convivenza.

La Corte ha dunque chiarito che anche un singolo comportamento molto grave può giustificare la risoluzione del contratto per inadempimento. Il proprietario non deve dimostrare un danno materiale all’immobile, è sufficiente che l’inquilino utilizzi l’appartamento in modo incompatibile con la sua destinazione abitativa.

Questi casi rientrano in quello che viene chiamato abuso comportamentale, nel quale rientrano rumori molesti, minacce verbali o gesti provocatori nei confronti degli altri condomini.

A rafforzare questo orientamento è intervenuta anche la sentenza n. 25187 del 19 settembre 2024, secondo cui, in caso di molestie causate dall’inquilino, il locatore non deve tutelare il conduttore, bensì i terzi danneggiati. In sostanza, il proprietario di casa può – e deve – agire per proteggere i vicini e tutelarsi da eventuali responsabilità civili.

Va detto che il procedimento giudiziario è più complesso rispetto allo sfratto per morosità. Tuttavia, per tutelarsi, è possibile inserire all’interno del contratto di locazione di una clausola risolutiva espressa  – ad esempio, una clausola che vieta espressamente comportamenti molesti. Se tale clausola è firmata separatamente, può evitare future contestazioni e rendere immediata la risoluzione del contratto, senza costi per il locatore.

In conclusione, la legge offre al proprietario strumenti concreti per intervenire nei confronti di inquilini che turbano la quiete del vicinato. Agire tempestivamente non è solo un diritto, ma anche un dovere, per evitare richieste di risarcimento e tutelare l’immobile da un uso scorretto e dannoso.

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