Lavori condominiali, l’amministratore pretende di entrare in casa mia, può farlo? Cosa dice la legge e come difenderti

L'amministratore può entrare in casa di un condomino per dei lavori condominiali? Ecco cosa dice la legge.

Vivere in un condominio vuol dire condividere degli spazi comuni e avere delle responsabilità. La figura dell’amministratore di condominio è cruciale in questo contesto proprio perché il confine tra diritti individuali e esigenze della collettività, è molto sottile. 

Molte discussioni nascono proprio perché si ledono i diritti altrui. Ma in questo contesto sorge una domanda comune che invece in questo caso riguarda l’amministratore di condominio. Lui/lei può entrare in casa per lavori condominiali? Ecco cosa dice la legge.

I casi in cui l’amministratore di condominio può entrare in casa di un condomino

Il condomino ha l’obbligo di far entrare l’amministratore nella sua abitazione privata per interventi sulle parti comuni in alcune circostanze proprio in virtù di un dovere di collaborazione. 

Questo principio è stato chiarito in modo definitivo dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 21242 del 9 agosto 2019 che ha specificato che il comportamento di chi impedisce o ritarda l’accesso necessario per la manutenzione dei beni condominiali costituisce una violazione di questo dovere. 

donna anziana al telefono che guarda soffitto
I casi in cui l’amministratore di condominio può entrare in casa di un condomino – designmag.it

L’amministratore di condominio, agendo come custode delle parti comuni e rappresentante legale del condominio, può chiedere di entrare in casa di un condominio se questo è l’unico modo per eseguire lavori indispensabili. Quindi quando sussistono:

  • necessità comprovata: l’intervento deve essere concreto e strettamente indispensabile per ispezionare, riparare o manutenere parti comuni che non sono accessibili in altro modo. Solitamente l’intervento deve essere sancito da una delibera dell’assemblea che ha approvato i lavori, o dettata da una situazione di urgenza per prevenire danni gravi e imminenti
  • preavviso adeguato: l’amministratore deve comunicare la richiesta con anticipo concordando con il condomino il giorno e l’orario dell’intervento, cercando di dargli “meno fastidio” possibile
  • minima invasività: le operazioni devono essere contenute nel tempo e nello spazio, limitandosi a quanto strettamente necessario per completare l’intervento.

Negare l’accesso all’amministratore può portare a conseguenze legali ed economiche. Infatti, se il ritardo causato dal rifiuto di consentire l’accesso provoca un aggravamento del danno, il condomino inadempiente perde il diritto al risarcimento per quella parte di danno causato dal ritardo, che si sarebbe potuto evitare. Per esempio, se si verifica una perdita dalla colonna di scarico condominiale che passa all’interno di un appartamento, l’amministratore può chiedere di poter entrare per la riparazione e se il proprietario nega l’accesso per giorni e l’infiltrazione danneggia i suoi mobili e le sue pareti, il condominio sarà responsabile per il danno iniziale ma non per l’aggravamento causato dal ritardo.

Il proprietario, negando l’accesso, non ha adempiuto al suo dovere di collaborazione e quindi dovrà pagare i costi dei danni aggiuntivi. Quindi, si, l’amministratore di condominio può entrare in casa di un condomino in determinate circostanze.

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