La pittura lavabile non si lava come vuoi: l’ho scoperto a mie spese. Non commettere questi errori

La scritta "lavabile" su una pittura murale non garantisce una resistenza reale alle macchie o all’acqua. Serve conoscere le norme tecniche, la qualità del prodotto e le vere prestazioni,

La prima volta che ho cercato di togliere una macchia da una parete lavabile ero convinta di fare un’operazione semplice. Un panno umido, un detergente delicato, movimenti leggeri. Dopo due minuti, la macchia era sempre lì, ma al suo posto c’era anche una chiazza opaca più grande. Il colore si era alterato, la superficie sembrava sfregata e rovinata. Era una parete nuova, appena fatta, e il risultato era un disastro. Lì ho capito che il termine lavabile non significava quello che pensavo. E soprattutto, che non tutte le pitture con quella dicitura si comportano allo stesso modo.

Negli anni, confrontandomi con pittori, architetti e produttori, ho scoperto che il mondo delle pitture lavabili è pieno di sfumature. Esistono classificazioni tecniche, resistenze diverse, prodotti che sopportano l’umidità solo in teoria e altri che sembrano indistruttibili. Ma nessuno te lo dice chiaramente. E la normativa esiste, ma è datata e poco conosciuta. Così finisce che scegli una vernice lavabile pensando di poterci passare sopra una spugna quando vuoi, mentre in realtà basta un colpo di troppo per rovinare tutto.

Dietro la scritta lavabile ci sono grandi differenze di qualità e tenuta

Chi lavora nel design d’interni si è trovato almeno una volta a discutere con un cliente convinto che lavabile voglia dire indistruttibile. In realtà è un’etichetta molto generica, usata in modo troppo libero. Secondo la normativa UNI 10560 del 1996, una pittura può essere definita lavabile se resiste ad almeno mille passaggi doppi di una spazzola umida. Il punto è che la soglia minima e quella massima (cinquemila) previste dalla norma sono molto lontane tra loro. Mille passaggi sono il minimo. Ma esistono pitture che arrivano fino a cinquemila passaggi senza perdere tenuta. E capite da soli che non è la stessa cosa.

Mano lava parete
Dietro la scritta lavabile ci sono grandi differenze di qualità e tenuta – designmag.it

Il problema è che il produttore non è obbligato a indicare dove si colloca esattamente il suo prodotto. Quindi può vendere una pittura da mille passaggi, del tutto legittimamente, ma omettendo che al terzo sfregamento intenso inizia a perdere colore o diventare lucida. Se ci aggiungiamo che la maggior parte delle persone non ha gli strumenti per capire questo tipo di classificazione, il risultato è che si comprano vernici che si crede siano facili da mantenere, e invece si rivelano delicate.

L’errore più comune è pensare che lavabile significhi resistente a tutto. Non è così. Alcune pitture sopportano solo una pulizia molto delicata, con panni in microfibra umidi quasi asciutti, senza alcun tipo di detergente. Altre reggono lo sfregamento leggero, ma non amano gli strofinacci o le spugne abrasive. Altre ancora resistono bene all’acqua ma non alle macchie grasse. Quindi si finisce per avere una parete che sulla carta si può pulire, ma che nella pratica si macchia e si rovina con facilità.

Donna pulisce parete
Quando la parete si rovina dopo la pulizia, non è colpa del panno – designmag.it

Negli ultimi anni, però, le cose stanno cambiando. Stanno arrivando sul mercato prodotti più evoluti, definiti superlavabili o smalti murali. Sono soluzioni pensate per reggere davvero la pulizia, anche quotidiana. In alcuni casi si tratta di vernici con un film protettivo molto sottile, quasi plastico, che impedisce allo sporco di penetrare. In altri si tratta di vernici a base acqua ma ad alta resistenza, adatte anche a cucine, corridoi trafficati, pareti vicino ai termosifoni o agli interruttori.

Nel mio caso, dopo quel primo errore, ho iniziato a lavorare solo con pitture che conosco, spesso testate personalmente. Ho imparato a chiedere le schede tecniche, a verificare se esiste una certificazione di resistenza all’abrasione, a capire se una pittura è classificata come classe 1 o 2 secondo le normative più recenti. E, nei casi in cui l’ambiente è davvero a rischio macchia, preferisco usare uno smalto murale opaco. Non ha la stessa matericità di una pittura tradizionale, ma almeno so cosa aspettarmi.

Oggi, quando entro in una casa e vedo una parete con una grande chiazza opaca al centro, so esattamente cos’è successo. Qualcuno ha tentato di lavare. E la pittura non ha retto. Per evitarlo, non basta scegliere un prodotto che si chiami lavabile. Serve capire cosa c’è davvero sotto quella parola. E fidarsi solo di chi sa dirtelo con precisione.

Gestione cookie