IMU non pagata: ecco a quali sanzioni vai incontro e quando scatta la prescrizione

L’IMU rappresenta una delle principali imposte locali che grava sui proprietari di immobili in Italia.

Quando si avvicina la scadenza del pagamento, molti contribuenti si interrogano sulle conseguenze di un eventuale mancato versamento. La questione non va sottovalutata, poiché i Comuni hanno acquisito negli ultimi anni strumenti di controllo sempre più sofisticati per individuare gli inadempienti.

Le sanzioni previste dalla normativa possono risultare particolarmente onerose, specialmente se si lascia trascorrere troppo tempo prima di regolarizzare la propria posizione.

Comprendere quali sono le conseguenze legali e amministrative del mancato pagamento dell’IMU risulta fondamentale per evitare spiacevoli sorprese. Inoltre, conoscere i tempi di prescrizione può aiutare a orientarsi meglio nella gestione dei propri obblighi fiscali verso il Comune.

Le sanzioni previste per il mancato pagamento dell’IMU

Il sistema sanzionatorio relativo all’IMU non pagata prevede penalità che variano in base al tempo trascorso dall’inadempimento. La sanzione ordinaria ammonta al 25 per cento dell’importo non versato, ridotta dal precedente 30 per cento a partire dal primo settembre 2024.

A questa penale si aggiungono gli interessi calcolati al tasso legale vigente per ogni giorno di ritardo rispetto alla scadenza prevista.

Un uomo che timbra con un timbro una sanzione
Le sanzioni previste per il mancato pagamento dell’IMU – desingmag.it

Nei casi più gravi, quando il contribuente omette completamente di presentare la dichiarazione IMU, la sanzione può arrivare fino al 100 per cento dell’imposta dovuta. Se invece la dichiarazione viene presentata ma risulta infedele o incompleta, si applica una sanzione del 40 per cento.

È importante sottolineare che queste penalità si applicano solo quando il contribuente non provvede spontaneamente a regolarizzare la propria posizione tramite il ravvedimento operoso.

Quest’ultimo strumento consente infatti di ridurre significativamente l’importo delle sanzioni, a condizione che il pagamento avvenga prima della notifica di un avviso di accertamento da parte del Comune. Dopo la ricezione dell’atto impositivo, le sanzioni tornano a essere quelle ordinarie e non più riducibili.

Prescrizione IMU e procedure di recupero del credito comunale

La prescrizione dell’IMU avviene dopo cinque anni dal primo gennaio dell’anno successivo a quello in cui il versamento era dovuto. Ad esempio, l’imposta relativa all’anno 2023 si prescrive il 31 dicembre 2028, qualora il Comune non abbia notificato alcun atto di accertamento entro tale termine.

Tuttavia, la prescrizione può essere interrotta dalla notifica di avvisi di accertamento, ingiunzioni di pagamento o cartelle esattoriali, facendo ripartire il conteggio quinquennale da zero.

Dal 2020 i Comuni possono procedere direttamente con l’accertamento esecutivo, che rappresenta un titolo immediatamente esecutivo senza necessità di ulteriori passaggi attraverso l’Agenzia delle Entrate Riscossione. Se il contribuente non paga entro 60 giorni dalla notifica dell’avviso o non presenta ricorso, l’ente locale può avviare procedure di riscossione coattiva.

Queste includono il fermo amministrativo dei veicoli, il pignoramento di conti correnti, stipendi e pensioni, fino all’ipoteca sugli immobili. Per debiti inferiori a 10.000 euro è previsto l’invio di un sollecito prima di procedere con le azioni esecutive, ma questo non elimina il rischio di subire azioni di recupero crediti da parte dell’amministrazione comunale.

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