Negli ultimi anni, diverse sentenze hanno contribuito a chiarire questioni fiscali che spesso generano dubbi tra i proprietari di immobili.
Una delle più recenti riguarda l’IMU e le situazioni in cui l’obbligo di pagamento rimane valido anche per immobili in condizioni particolari. Non sempre, infatti, lo stato dell’edificio o la sua effettiva utilizzabilità incidono sull’obbligo di versare l’imposta.
Ciò che conta, nella maggior parte dei casi, è la presenza materiale del bene e la sua iscrizione catastale. Si tratta di un principio che può sembrare controintuitivo, ma che trova fondamento nella normativa vigente e nelle interpretazioni più recenti. Questo tema è particolarmente importante per chi possiede immobili non abitati, da ristrutturare o in stato di abbandono.
Quando l’immobile “inesistente” diventa comunque un obbligo fiscale
Secondo una recente pronuncia della Corte, l’IMU va pagata anche quando l’immobile non è abitabile, inagibile o soggetto a ordinanza di demolizione. Ciò che conta, infatti, è l’esistenza materiale del fabbricato e la sua iscrizione o accatastabilità, non il suo stato d’uso o il valore economico. La Corte ha chiarito che l’assenza del certificato di agibilità non esonera dal versamento dell’imposta, poiché l’obbligo fiscale nasce dalla mera presenza del bene sul territorio. Anche in presenza di un ordine di demolizione, l’imposta resta dovuta fino alla completa eliminazione dell’immobile.
Questo orientamento rafforza l’idea che il diritto tributario segua logiche diverse rispetto a quelle urbanistiche: un edificio abusivo, rovinato o inutilizzabile può comunque essere tassato. Tuttavia, la normativa prevede margini di riduzione in caso di gravi danni strutturali o comprovata inagibilità.

Il proprietario, per ottenere la riduzione del 50%, deve presentare perizie tecniche e documentazione che attestino l’effettiva condizione del bene. In mancanza di prove concrete, l’obbligo resta pienamente valido, ribadendo l’importanza di una corretta gestione catastale e fiscale dell’immobile.
Sconti, eccezioni e consigli utili per il contribuente
Nonostante l’orientamento rigoroso espresso dai giudici, esistono ancora alcune circostanze che consentono di ottenere riduzioni o esenzioni parziali dell’IMU. In particolare, quando l’immobile diventa inagibile o inutilizzabile a causa di eventi eccezionali — come incendi, crolli, alluvioni o lavori di ristrutturazione importanti — il Comune può concedere una riduzione fino al 50%. La condizione essenziale è fornire prove tecniche solide, come una perizia giurata che documenti lo stato dell’edificio e la perdita effettiva di funzionalità abitativa. Senza tale documentazione, la richiesta rischia di essere respinta.
È bene ricordare che la tassazione cessa solo nel momento in cui l’immobile viene realmente demolito, e non dalla data dell’ordinanza. Per evitare errori, conviene monitorare lo stato dei lavori e comunicare ufficialmente la conclusione della demolizione agli uffici comunali. Allo stesso modo, per chi possiede immobili non utilizzati o in stato di degrado, è utile verificare periodicamente la rendita e la categoria catastale, poiché un aggiornamento può influire sulla base imponibile. Affidarsi a un tecnico o a un consulente fiscale resta la scelta più sicura per evitare contestazioni e ottimizzare la gestione tributaria dell’immobile.