In molte case lo specchio finisce per essere un oggetto di servizio. Appeso per abitudine sopra un lavabo o un comò, come se bastasse il bisogno di riflettersi a giustificarne la presenza. Ma oggi lo specchio è diventato uno strumento di progetto, una delle armi preferite dagli interior designer. Perché riflette, certo, ma anche perché racconta. Raddoppia la luce naturale, dilata le stanze, sposta l’equilibrio visivo di un angolo troppo rigido. E soprattutto, ha la capacità di fondere epoche diverse senza farle cozzare.
Sempre più spesso, nei progetti d’interni, si vedono accostamenti coraggiosi: una cornice barocca accanto a un minimalismo grafico, una patina dorata che vive bene su una parete cemento. Il trucco sta nel sapere come mescolare senza creare confusione. Un gioco che sembra spontaneo ma che ha regole precise. E che parte sempre dallo stesso punto: non avere paura di mettere insieme passato e presente.
L’equilibrio tra epoche non è mai casuale: specchi che arredano mescolandosi
C’è un motivo se questo tipo di accostamento torna spesso nei progetti firmati da professionisti. Lo specchio, oltre a decorare, serve a lavorare sulla luce, sulle proporzioni, sui pieni e sui vuoti. E lo fa in modo silenzioso ma decisivo. Gli specchi moderni, con le loro linee pulite, alleggeriscono visivamente gli ambienti. Quelli antichi, invece, portano dentro la storia… hanno dettagli, curve, piccole imperfezioni che danno anima. Insieme creano uno scarto interessante, un’interruzione nella monotonia.
Capita spesso che un interno, anche ben progettato, manchi di ritmo. È tutto troppo allineato, troppo studiato. Gli specchi possono rompere quella prevedibilità. Ma non basta posizionarli a caso. I designer ragionano su ogni abbinamento, tengono conto del punto luce, delle altezze, del tipo di arredo già presente. Spesso, per dare rilievo a un elemento d’epoca, si sceglie una cornice moderna come controcanto. O si usano finiture molto simili per non creare uno stacco troppo netto.

In soggiorno, ad esempio, lo specchio diventa spesso un elemento di raccordo. Unisce un mobile contemporaneo a un lampadario più classico, riflette la luce della finestra e la porta nel punto più buio della stanza. In bagno, dove lo spazio è spesso limitato, l’effetto sorpresa è più forte, basta un vecchio specchio da toilette con una forma insolita per cambiare completamente l’atmosfera. Accostato a un lavabo freestanding dal design pulito, crea un contrasto che funziona proprio perché inaspettato.
Per quanto riguarda la camera da letto, molti designer scelgono un modello moderno a figura intera per la praticità, e poi bilanciano con un pezzo vintage sopra il comò o accanto al letto. In questo modo si spezza la monotonia senza rinunciare alla funzionalità. E nell’ingresso, che spesso è un punto trascurato della casa, lo specchio può diventare un elemento forte. Un contemporaneo dalle dimensioni generose per dare profondità, accompagnato da un pezzo piccolo, magari trovato in un mercatino, per dare un segno personale.

Non è una questione di quantità, meglio due specchi scelti con cura che un muro tappezzato senza criterio. E qui entra in gioco l’occhio del designer. Il margine attorno allo specchio è importante quanto lo specchio stesso. Lasciargli respiro serve a farlo emergere, come si farebbe con un quadro. Anche la scelta della palette non è mai casuale. Mescolare sì, ma all’interno di una gamma coerente, che tenga conto dei toni già presenti in casa. È questo che rende un interno equilibrato, anche quando i pezzi arrivano da tempi diversi.
Alla fine, ogni specchio dice qualcosa. Non solo di chi lo ha scelto, ma anche di come è stato inserito. È un oggetto che funziona solo se trova il suo posto, e quel posto non è mai neutro. Sta vicino a qualcosa che deve riflettere, o che ha bisogno di essere illuminato, o che merita una cornice implicita. Ecco perché negli ambienti ben pensati, gli specchi sembrano sempre al posto giusto.