Ci sono momenti dell’anno in cui il parquet sembra chiedere aiuto. Agosto e settembre, ad esempio. Il sole che batte tutto il giorno, i condizionatori che asciugano l’aria, le finestre spalancate e poi improvvisamente le piogge, l’umidità che si infila ovunque. Se hai il parquet in casa, lo sai: basta una distrazione e ti ritrovi con una tavola imbarcata, una piccola crepa, una zona che ha perso lucidità. Ed è proprio in quel momento, quando l’estate comincia a cedere il passo all’autunno, che bisogna osservare, capire e agire.
Tra agosto e ottobre si trova in un punto di equilibrio fragile. Il legno si è contratto durante i mesi più caldi, ora si prepara ad assorbire di nuovo l’umidità. E questo passaggio, se trascurato, può causare danni visibili o peggiorare quelli già esistenti. A complicare il tutto ci si mette la routine estiva, fatta di sabbia portata da fuori, pulizie più frequenti ma spesso troppo energiche, tappeti rimasti troppo a lungo nello stesso punto. Il risultato? Un parquet stanco, segnato, più vulnerabile. Ma proprio per questo, ancora più bisognoso di attenzione e di piccoli gesti quotidiani.
Cosa fare a fine estate per proteggere il parquet (prima che sia tardi)
Un parquet che ha passato l’estate sotto condizionatori accesi e finestre spalancate può cominciare a mostrare segni sottili ma inequivocabili. Quelle linee quasi invisibili tra le tavole, quei lievi scricchiolii che non c’erano prima. Sono segnali. Il legno, essendo un materiale vivo, reagisce. Si contrae, poi si espande, e in mezzo c’è sempre un momento in cui chiede equilibrio. Ignorarlo significa rischiare che quelle fessure si allarghino, che le superfici perdano compattezza o che si formino rigonfiamenti.

Prendersi cura del parquet in questo momento dell’anno significa soprattutto evitare eccessi. Non serve lavarlo di continuo, anzi. L’acqua è una delle sue nemiche principali se usata male. Meglio scegliere prodotti neutri, panni ben strizzati, evitare il vapore. E poi c’è la questione dell’umidità: basta un igrometro per rendersi conto di quanto cambia tra un giorno e l’altro. Un piccolo deumidificatore può fare miracoli in certe stanze, così come può bastare arieggiare nei momenti giusti. Se il legno sembra secco, un prodotto nutriente può ravvivarlo senza appesantirlo. Anche solo sollevare un tappeto ogni tanto, per lasciar respirare la superficie, può fare la differenza.
Con l’autunno alle porte, è bene prepararsi. Le piogge porteranno umidità, le giornate più corte ci faranno chiudere le finestre più spesso. Tutto questo va considerato. Controllare che gli infissi non lascino passare spifferi o acqua, inserire zerbini all’ingresso per fermare scarpe bagnate, evitare di posizionare stufe portatili troppo vicino al pavimento. Se il parquet è oliato, può essere utile un passaggio con un olio naturale protettivo. Se è verniciato, esistono polish leggeri che ridanno lucentezza senza ungere.

Ci sono anche errori che sembrano innocui ma nel tempo rovinano il parquet. Lasciare le finestre aperte nei giorni più umidi, magari per far arieggiare, rischia di far entrare più umidità del necessario. Usare sgrassatori o detergenti troppo aggressivi può alterare la finitura superficiale. Pulire con stracci troppo bagnati o peggio ancora con vapore significa stressare il legno. Poi ci sono i tappeti lasciati sempre nello stesso punto, le piante in vaso senza protezione, gli oggetti pesanti che comprimono e segnano. E infine la tendenza a ignorare i primi segni d’usura.
Chi ha scelto il parquet lo ha fatto per amore. Perché dà calore, perché è vivo, perché cambia con noi. E allora vale la pena imparare a leggerne i segnali, a intervenire con misura, a prevenirne l’invecchiamento precoce.