Negli ultimi giorni il Natale di Meghan Markle è diventato un caso internazionale, commentato da stampa, siti di costume e appassionati di design. Tutto è iniziato quando il brand As Ever, fondato dalla duchessa, ha diffuso immagini e video che mostravano la sua casa già preparata per le festività, con un allestimento costruito nei minimi dettagli.
La scelta ha generato una reazione immediata: mentre alcuni hanno apprezzato la coerenza dell’estetica e la cura con cui l’ambiente è stato presentato, diversi media hanno criticato l’operazione definendola distante dalla realtà quotidiana della maggior parte delle persone. A rendere la discussione ancora più accesa sono stati i prezzi dei prodotti della collezione natalizia, giudicati elevati rispetto alla narrazione di semplicità che accompagna il brand, e lo speciale diffuso da Netflix, accolto da varie testate come un racconto accurato ma poco spontaneo.
In poche ore, l’attenzione si è spostata dal modo in cui Meghan ha decorato casa al significato culturale che quelle immagini hanno assunto: un Natale presentato come “naturale” ma percepito da molti come un modello difficilmente replicabile. È in questo contesto che sono nate le critiche più aspre, rivolte non tanto allo stile in sé, quanto alla distanza tra l’immagine proposta e la vita reale di chi guarda.
Come Meghan Markle ha costruito l’immaginario del suo Natale
Osservando le immagini diffuse dal brand, emerge un’impostazione precisa: un Natale basato su tonalità neutre, composizioni lineari e un ordine studiato. La palette ruota attorno a beige, sabbia e avorio, scelta che elimina qualsiasi riferimento ai colori tradizionalmente associati alle festività. Le decorazioni non cercano l’effetto scenico, ma la continuità visiva. Le ghirlande hanno tonalità naturali, le candele sono selezionate in versioni chiare, i centrotavola utilizzano materiali semplici disposti con grande coerenza cromatica.

Il risultato finale è una casa che comunica un’estetica precisa: ogni oggetto è selezionato per integrarsi nello schema generale, più che per emergere singolarmente. Questo approccio trova consenso tra chi predilige ambienti coerenti e ordinati, ma non convince chi associa il periodo natalizio a un’atmosfera più spontanea. La distanza tra le due visioni è uno dei motivi per cui il “Natale di Meghan” ha suscitato così tante interpretazioni divergenti.
Prodotti, prezzi e critiche: perché la sua proposta ha diviso pubblico e stampa
Parallelamente alla presentazione dell’allestimento domestico, As Ever ha mostrato i prodotti della linea natalizia, pensati per riprodurre la stessa impostazione estetica. La stampa internazionale ha riportato i prezzi con grande attenzione, evidenziando come la collezione si collochi in una fascia alta, difficilmente accessibile alla maggior parte della popolazione mondiale.
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Le candele più piccole superano i sessanta dollari, mentre quelle di dimensioni maggiori arrivano vicino agli ottanta. Le ghirlande realizzate con materiali naturali vengono proposte a oltre cento dollari e raggiungono facilmente cifre intorno ai centottanta. I set da tavola in ceramica artigianale oscillano tra i duecento e i trecento dollari per quattro pezzi, mentre il tovagliato in lino presenta prezzi altrettanto elevati. Anche gli ornamenti più semplici, realizzati in vetro satinato o legno naturale, hanno costi che superano quelli delle decorazioni medie presenti sul mercato.
Questo insieme di proposte ha alimentato un’ampia discussione. Da un lato esiste chi riconosce una coerenza tra qualità, artigianalità e posizionamento premium del marchio; dall’altro, molti osservatori sottolineano quanto sia difficile conciliare l’idea di un Natale “essenziale e naturale” con prodotti che richiedono un budget elevato. Il punto sollevato da numerose testate è che l’immagine promossa dal marchio non corrisponde alla realtà economica della maggior parte delle persone, rendendo l’intera operazione più aspirazionale che replicabile.
La velata “accusa” della stampa internazionale
A questo si aggiunge il contesto personale. Come ricordato da MarketWatch, la coppia vive in una residenza dal valore di circa quattordici milioni di dollari, elemento che contribuisce a spiegare la distanza percepita dal pubblico. Quello che nelle immagini appare come “semplicità” risulta, per molti, il risultato di risorse significative e di un’organizzazione professionale.

Lo speciale natalizio su Netflix ha confermato questa impressione. Le recensioni, non affatto lusinghiere, descrivono un progetto visivamente curato, ma percepito come poco spontaneo. L’atmosfera sembra costruita per comunicare un’immagine precisa, più che per rappresentare una celebrazione famigliare. Insomma, il pubblico e la stampa si chiede spesso chi sia il target ed il destinatario di questi prodotti. Se la duchessa vuole dare l’idea di essere “vicina” al popolo, sicuramente sta sbagliando qualcosa nel marketing, ed il parallelismo con le candele della nostra Chiara Ferragni, è d’obbligo.






