I segreti degli addetti ai lavori per mantenere elastico e brillante il tuo bikini

Alcuni errori nel lavaggio dei costumi da bagno si pagano subito, altri solo col tempo. Sabbia, cloro, sole e creme lasciano tracce che si possono evitare, se sai come fare.

Per quanto ci piaccia cambiare ogni estate, c’è sempre quel costume a cui siamo affezionate. Il modello che ci fa sentire a posto anche nelle giornate più storte, quello che torna in valigia anno dopo anno. Eppure, a differenza di altri capi, un bikini non ha una lunga vita se non lo si tratta con le dovute attenzioni. Tra salsedine, cloro, crema solare e lavaggi troppo aggressivi, basta poco per vederlo perdere elasticità, forma o brillantezza. Ed è un attimo passare da “costume preferito” a “da buttare”. A farne le spese non è solo il tessuto, ma anche l’estetica: colori sbiaditi, cuciture lente, fibre rilassate.

La verità è che molti errori si fanno per distrazione o per fretta. Chi ha voglia di lavare a mano un costume dopo una giornata al mare? Eppure basta poco, ma va fatto subito. La borsa del mare diventa un piccolo ecosistema di batteri se ci si dimentica un costume bagnato lì dentro. E non parliamo solo di odori spiacevoli: l’umidità costante favorisce muffe e degrado delle fibre. In realtà mantenere in forma un costume non è complicato, ma servono cura e metodo. Un po’ come succede con i jeans o le camicie in lino: se li tratti bene, ti ripagano. Se invece li abbandoni, mostrano subito i segni del tempo.

Perché lavare il costume nel modo giusto fa la differenza

Una buona abitudine è risciacquare il costume appena possibile, magari anche solo con acqua dolce se si è in spiaggia o in piscina. I granelli di sabbia vanno tolti subito, prima che si incastrino nelle cuciture o si fissino nel tessuto. E soprattutto, bisogna evitare di torcere il capo per strizzarlo.

Meglio tamponarlo con un asciugamano e lasciarlo asciugare all’ombra, in piano. Appendere i costumi può sembrare la soluzione più comoda, ma a lungo andare deforma l’elastico e lascia segni nei punti di contatto. La luce diretta del sole, invece, sbiadisce e altera i colori, soprattutto quelli più accesi. Una superficie piana all’ombra resta sempre l’opzione migliore.

Costumi da bagno stesi al sole
Perché lavare il costume nel modo giusto fa la differenza – designmag.it

Molti pensano che il lavaggio a mano sia una scocciatura, ma nel caso dei costumi è quasi una coccola. Usare un sapone neutro o specifico per capi delicati aiuta a conservare la morbidezza del tessuto. Alcuni preferiscono aggiungere un cucchiaio di bicarbonato o un tocco di aceto bianco per neutralizzare gli odori, altri si affidano al sapone di Marsiglia per le macchie più ostinate.

In ogni caso, mai usare acqua troppo calda, detersivi aggressivi o ammorbidenti: sono il nemico numero uno degli elastici. I lavaggi in lavatrice vanno evitati il più possibile. Se proprio servono, meglio scegliere cicli a freddo, senza centrifuga e usando un sacchetto protettivo. Ma solo ogni tanto.

Sapone di Marsiglia e fiori di lavanda
Sapone di Marsiglia, bicarbonato e altri alleati insospettabili – designmag.it

Anche la fase di conservazione ha il suo peso. A fine stagione, i costumi dovrebbero essere completamente asciutti, piegati con cura e riposti in sacchetti di stoffa o scatole che lascino respirare il tessuto. Mai chiuderli in buste di plastica: l’umidità residua può creare muffe e odori difficili da togliere. Se il bikini ha coppe strutturate, meglio riempirle con un po’ di carta velina o ovatta per mantenerne la forma. E se durante l’estate capita di macchiarli con olio solare, catrame o altre sostanze, meglio intervenire subito con i metodi più delicati. Rimandare significa quasi sempre rendere la macchia permanente.

In generale, trattare bene un costume significa rispettarne la natura. I materiali come lycra, elastan o tessuti tecnici hanno caratteristiche precise e vanno maneggiati con consapevolezza. Vale la pena ricordarlo quando ci si trova con il solito dilemma: tenerlo o buttarlo?

In fondo, un costume può durare anche anni, se lo si cura nel modo giusto. E a quel punto diventa un piccolo oggetto personale, che racconta un’estate, un viaggio, un ricordo. E allora sì, vale la pena proteggerlo.

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