Cinque anni di tempo per effettuare tutti gli interventi necessari per passare da una classe F o G alla classe E. Poi altri cinque anni per arrivare alla classe D. Tutto questo per evitare che il proprio immobile perde valore fino al 40%. La Direttiva Case Green non lascia scampo alle famiglie italiane.
Sarà un vero dilemma per gli italiani capire come muoversi. Spendere tanti soldi (che non hanno nella maggior parte dei casi) per riqualificare l’abitazione dal punto di vista energetico ed evitare che perda valore oppure non intervenire e ritrovarsi tra le mani un immobile che vale pochissimo rispetto al costo d’acquisto?
Richiedere un prestito per affrontare i lavori quando già si ha un mutuo gravoso sulle spalle è complicato sia perché la spesa ulteriore non si riuscirà a sostenere sia perché le banche saranno reticenti a concederlo. Bisognerebbe riuscire a risparmiare nei prossimi anni quel tanto per rinnovare casa ma con l’attuale costo della vita e gli stipendi/pensioni bassi è impossibile per molte famiglie. Servirebbero Bonus casa più efficaci della detrazione ma chissà se arriveranno mai.
Quantifichiamo gli interventi per arrivare alla classe E
La maggior parte degli immobili in Italia si trova in classe G oppure F. Significa dover effettuare lavori per aumentare di una o due classi energetiche l’abitazione entro il 2030. Nello specifico la Direttiva Case Green parla di ridurre del 16% i consumi medi di energia primaria entro il 2030 e del 20/22% entro il 2035. Necessaria una pianificazione graduale degli interventi per la riqualificazione energetica dell’abitazione.

Si parte da interventi meno invasivi e meno costosi per arrivare, poi, a lavori strutturali. Come primo passo si devono sigillare finestre e porte, coibentare cassonetti e tubature, regolare gli impianti esterni e ridurre le dispersioni di calore usando materiali isolanti. Questi sono gli interventi quick win con miglioramenti immediati senza investimenti eccessivi.
Per un vero salto di classi energetiche si dovrà procedere con l’applicazione del cappotto termico esterno, l’isolamento del tetto o sottotetto, l’eliminazione dei ponti termici. Necessaria, poi la sostituzione di vecchi infissi (circa 20 anni) con infissi a doppio o triplo vetro a basso emissivo dotati di telai isolanti. Passiamo all’impianto di riscaldamento. Sarà addio alla vecchia caldaia a gas.
Ora serve almeno una caldaia a condensazione (non rientra più nei lavori ammessi a detrazione) o una pompa di calore elettrica, perfetta se abbinata ad un impianto fotovoltaico. Inoltre servono valvole termostatiche, cronotermostati intelligenti, sistemi di domotica intelligenti volti a ridurre i consumi. Il costo di tutti questi interventi parte dai 35 mila euro in su, in base alla grandezza dell’abitazione. Si può arrivare a superare i 60 mila euro.